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Curiosità

La storia del guscio che protegge i libri dal fuoco (e non solo)

di Redazione notizia del 7 gennaio 2025

Gli accadimenti storici ci hanno insegnato quanto fragile possa essere la memoria collettiva quando eventi catastrofici colpiscono il patrimonio culturale. Dalla distruzione della Biblioteca di Alessandria, avvenuta oltre duemila anni fa, fino agli incendi recenti come quello del Museo Nazionale di Rio de Janeiro nel 2018, milioni di libri, documenti e opere d'arte sono andati perduti per sempre. E anche l'acqua talvolta ha tirato brutti scherzi: basti pensare all'alluvione di Firenze del 1966, che danneggiò in modo irreparabile migliaia di volumi e manoscritti, molti dei quali ancora oggi portano i segni del fango.

Circostanze come queste sottolineano l'importanza di sviluppare sistemi innovativi capaci di proteggere le testimonianze della nostra storia e cultura, come il «guscio antincendio» brevettato nel 2011 dall’inventore veneto Massimo Luise.

Il guscio è un sistema di protezione passiva basato sull'uso di una speciale guarnizione intumescente. Questa guarnizione è realizzata con una fibra in grado di reagire al calore: quando la temperatura aumenta, la fibra si espande fino a trenta volte il proprio volume iniziale, passando da 2 millimetri a 6 centimetri. L’espansione crea una barriera protettiva che avvolge e isola il contenuto, impedendo al calore e alle fiamme di danneggiarlo. In altre parole, il guscio inventato da Luise trasforma il calore da nemico a risorsa, sfruttandolo per migliorare la protezione del libro, del dipinto, del manufatto che incapsula.

L'idea di Luise, in realtà, prende forma all'inizio degli anni 2000, quando lavorava all'installazione degli archivi giudiziari. La consapevolezza che gli estintori tradizionali, pur bloccando le fiamme, causavano danni collaterali ai documenti, lo spinse a immaginare una soluzione alternativa. Dopo anni di riflessioni e sperimentazioni, nel 2011 brevettò questo sistema innovativo.

Nel 2013, racconta il Corriere della Sera, l'Agenzia delle Entrate di Forlì divenne il primo cliente a credere nel progetto, aprendo la strada a una serie di collaborazioni che hanno portato la Makros, l'azienda fondata da Luise, a operare in diversi contesti, come i Musei Vaticani, la Banca d’Italia e la biblioteca Rami Barracks di Istanbul: un imponente archivio di 27 chilometri lineari che custodisce due milioni di volumi.

Oltre alla protezione passiva dal fuoco, Luise ha sviluppato anche soluzioni per la difesa dall'acqua e dalla proliferazione di batteri e funghi. Grazie a sensori ambientali e software di monitoraggio, il suo sistema integra oggi prevenzione e conservazione, garantendo condizioni ottimali per la salvaguardia dei materiali.

La visione di Luise, d’altronde, non si limita alla mera salvaguardia degli oggetti dagli effetti di tempo e cataclismi. L’anelito è un futuro in cui archivi e biblioteche non siano più considerati semplici depositi, ma spazi accessibili e valorizzati dove i libri, i documenti conservati siano tanto protetti quanto fungibili. Il guscio di Luise, insomma, è un simbolo di resilienza e lungimiranza nella tutela della memoria collettiva, e di pratica del sapere: del passato e del futuro.

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