
L'arrivo di papa Francesco sembra non essere foriero di novità solo per il mondo ecclesiastico e la cristianità cattolica, ma anche per i tanti biliofili e studiosi che, grazie ad un processo di
digitalizzazione che sarà avviato nei prossimi mesi, potranno sfogliare le riproduzioni digitali di oltre
80mila manoscritti e quasi 9 mila incunaboli contenuti nella
Biblioteca apostolica vaticana.
La Biblioteca vaticana, che ha potuto avviare la digitalizzazione grazie alla donazione di 2,8 petabyte (un petabyte è pari a mille terabyte) di spazio di archiviazione da parte dell'azienda americana esperta nei servizi di storage e cloud computing Emc, conserva alcune tra le più importanti opere manoscritte e a stampa di tutti i tempi: la
Bibbia delle 42 linee di Gutenberg, il primo libro stampato a caratteri mobili tra il 1451 e il 1455, la
Sifra, uno dei più antichi codici ebraici risalente alla fine del IX-inizio del X secolo, testimoni greci delle opere di
Omero, Sofocle, Platone e
Ippocrate sopravvissute ai tanti «imbuti» della storia, solo per citare le più famose.
L'intero processo porterà alla conversione in digitale di oltre 40 milioni di pagine e dovrebbe concludersi nel giro di appena tre anni.
L'iniziativa è di fondamentale importanza per la
preservazione e allo stesso tempo la
diffusione di tanta parte della cultura occidentale e fa parte di un più vasto progetto che l'azienda americana sta portando avanti con altre prestigiose biblioteche europee come la Bodleiana di Oxford, la Fondazione Polonsky e l'Università di Heidelberg.
Intanto, sempre per restare in Vaticano, un altro libro sta facendo parlare di sè. Si tratta della biografia
El Jesuita, scritta da Francesca Ambrogetti, decana dell'Ansa in Argentina, e Sergio Rubin, giornalista del «Clarin» di Buenos Aires, per la quale è
scattata la corsa all'acquisto dei diritti da parte degli editori di tutto il mondo.
Un interesse ben comprensibile, dal momento che l'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, durante i quattro anni di incontri, si era aperto totalmente descrivendo la
sua concezione di chiesa «aperta al mondo», destinata «a scendere per strada a cercare la gente», senza tralasciare di raccontare gli anni della
vita mondana, le sue passioni per il tango e il calcio, persino ai giorni del suo lontano amore per una ragazza, poi dimenticati con l'arrivo della vocazione religiosa.