Le biblioteche non si fanno, crescono, ricordava lo scrittore inglese Augustine Birrell. E proprio questo è lo spirito che sottende all’ultima trovata di Smashwords, uno dei principali portali di selfpublishing a stelle e strisce, che coinvolge direttamente le biblioteche di quartiere, fondamentali baluardi per l’alfabetizzazione alla lettura ma, proprio come in Italia (dove l’ultima indagine AIE stima che le biblioteche scolastiche acquistino appena 0,1 libri nuovi per studente con una spesa annua destinata all’acquisto di libri di circa 0,68 euro per alunno), sempre a corto di finanziamenti.
Con l’ascesa degli e-book, le biblioteche pubbliche si sono trovate, come è noto, ad un crocevia: alcuni editori, frenati dal fatto che il prestito digitale dei propri titoli possa cannibalizzare le vendite, si sono mostrati riluttanti rispetto alle possibilità offerte dal prestito digitale mentre, di contro, l’accesso a questo tipo di materiali, per le biblioteche e i loro utenti, si sta rivelando sempre più interessante.
Sfruttando questa spinta dal basso, negli Stati Uniti alcune biblioteche civiche hanno deciso di prendere in mano la situazione e iniziare a pensare ad una nuova fonte per arricchire la propria offerta digitale: lo sviluppo di iniziative editoriali in partnership con autori selfpublished.
A suggerire l’idea e a metterla in pratica con la biblioteca di Los Gatos, California, è stato – neanche a dirlo – Mark Coker, ceo di Smashwords.
Gli elementi del programma pilota sono semplici. La prima parte del progetto coinvolgerà direttamente gli autori locali con sessioni informative su cosa sia il selfpublishing digitale e quali siano le best-pratices per riuscire a farsi notare nel mare magnum dei volumi autopubblicati. In un secondo momento ad essere coinvolto sarà il personale della biblioteca che verrà aggiornato sul multiforme universo degli e-book e su come comunicarlo al meglio agli utenti della biblioteca.
Per facilitare l’accesso ai tool di autopubblicazione la biblioteca di Los Gatos ha anche inaugurato la scorsa settimana un portale gestito da Smashwords per permettere agli autori di pubblicare e distribuire i loro testi gratuitamente, anche attraverso il catalogo della biblioteca oltre che, come di consueto, nei maggiori store on line.
Si tratta insomma di un’iniziativa - seppure con qualche punto discutibile - da tenere d’occhio se non altro per la capacità di coinvolgere la comunità locale nella vita della biblioteca.