L'Associazione italiana biblioteche (Aib) ha eletto nelle scorse settimane i suoi nuovi vertici, che per il prossimo triennio saranno Enrica Manenti, eletta a presidente, e Maria Abenante, la nuova vice presidente. Tra tagli alla spesa pubblica e necessità di aggiornamento per la professione, i prossimi anni pongono sfide profonde all'istituto della biblioteca e agli stessi bibliotecari. Ne abbiamo parlato con la nuova presidentessa.
Quale è la situzione di partenza da cui parte il suo mandato?Â
Il quadro in cui ci troviamo attualmente è fatto di luci e ombre e purtroppo queste ultime ci condizionano parecchio. Tra gli elementi positivi annovero il fatto che anche in Italia ci sono i primi segnali di una nuova consapevolezza della importanza sociale della professione bibliotecaria anceh grazie alla legge 4 del 2013 che stabilisce che, oltre alle professioni legate a ordini professionali, ce ne sono altre, tra cui quella del bibliotecario, di pari dignità , con proprie regole trasparenti per tutti. Resta però una certa debolezza degli istituti bibliotecari e la mancanza di un vero sistema bibliotecario nazionale che metta in rete non solo informatica ma anche funzionale (patrimoni, servizi) le eccezionali risorse presenti, tramite un rafforzamento della cooperazione tra tutte le biblioteche. Le biblioteche e la professione risentono pesantemente dei tagli alle risorse finanziarie ed umane, causate dalla crisi di molti enti pubblici che stentano ad individuare nelle biblioteche (quando ci sono!) un punto di potenziale incisività proprio per la ripresa economica, sociale e culturale del Paese.
Si tratta di una situazione abbastanza preoccupante.
Io non credo alle congiure ma è verificabile come si sia creata una saldatura tra sottovalutazione della cultura, svilimento della ricerca e della scuola, dominio della burocrazia, gestione quantomeno non adeguata dei beni comuni che condiziona pesantemente le biblioteche. Il rischio è che anche gli interventi di carattere positivo, o quelli nati da buone intenzioni, non riescano ad essere sufficientemente efficaci, e a volte vengano addirittura «neutralizzati» da provvedimenti di segno opposto, sia consapevoli che inconsapevoli, tipicamente effetti collaterali di azioni che non riguardano direttamente le biblioteche. Per fare solo un esempio di questo: nelle scuole gli interventi di «riconversione» del personale non idoneo all’insegnamento in personale amministrativo previsti dal D.L. 95/2012 per la revisione della spesa pubblica hanno causato la chiusura o forti difficoltà alla biblioteche scolastiche, che spesso producono buoni servizi erogati tramite ex-insegnanti che si sono formati per la professione bibliotecaria. Un classico esempio di «effetto collaterale» nefasto per le biblioteche e la professione.
Quali sono le priorità che in questo contesto si è data per il mondo delle biblioteche?
La priorità che il nuovo Comitato esecutivo nazionale dell’Associazione per il triennio 2014 – 2017 deriva in parte dagli esiti del lavoro precedente in parte da indicazioni degli associati stessi. La scommessa è di dare un contributo per invertire l’attuale trend negativo su: informazione accessibile, sostegno all'istruzione, alla ricerca e alla creatività , tutela del patrimonio culturale, sviluppo degli individui e della società . Nel nostro specifico occorre che il riconoscimento della professione, ora di carattere giuridico, diventi anche riconoscimento sociale diffuso e si traduca anche in un trattamento dignitoso ed adeguato per le migliaia di professionisti bibliotecari italiani. Compito urgente dell’Aib è di mettere a disposizione strumenti di qualità per l’aggiornamento continuo che dovrà avere contenuti di carattere tecnico ma anche elementi utili per far emergere anche tra i nostri professionisti la consapevolezza dell’apporto che danno alle comunità . Ancora, occorre rilanciare tutte le biblioteche italiane e contribuire alla loro realizzazione dove questi importanti istituti non sono presenti, come in una parte considerevole del territorio nazionale (non solo, anche se principalmente, al Sud). Le azioni da mettere in campo vanno dal contributo alla legislazione regionale, nazionale e europea sulle biblioteche e su tematiche correlate ad iniziative di advocacy come il BiblioPride, che quest’anno si terrà in Puglia.
In Italia si legge sempre meno. Cosa può essere fatto, anche da Aib, per invertire questa rotta?Â
Per quanto riguarda la lettura intanto siamo ben felici di essere finalmente presenti in tutti i tavoli istituzionali in cui si trattano argomenti legati a questa importante tematica. È di questi giorni l’adesione alla Campagna internazionale The right to e-read, in Italia ci impegniamo da tempo nel tavolo di promozione della lettura, oggi all’attenzione del nuovo Ministro, Dario Franceschini e stiamo partecipando alla discussione sul progetto di legge Giordano e altri (C. 1504). La collaborazione sistematica tra i protagonisti della filiera – costituita dagli autori, editori, librai, biblioteche e lettori – attraverso iniziative che abbiamo già verificato essere produttive ed un ruolo attivo nella stesura delle iniziative legislative in materia ci auguriamo producano l’effetto di invertire l’attuale andamento negativo della lettura nel nostro Paese. Vorremmo, e questo è uno degli obiettivi «sociali» dell’Associazione, far sì che l’abitudine alla lettura diventi un elemento «naturale» e «spontaneo» nella vita quotidiana di ciascuno, una utile ma anche piacevole attività per tutti da praticare ad ogni età . Â