In misura sempre maggiore, studenti e studentesse frequentano in Italia le biblioteche scolastiche (41% nel 2023), ma a questa crescita di attenzione non sempre corrisponde un appropriato adeguamento delle strutture e del patrimonio librario. Mediamente, le scuole aderenti al progetto
#ioleggoperché e che hanno partecipato alla rilevazione dell’Associazione Italiana Editori ogni anno
hanno risorse per comprare un solo libro ogni 4 studenti, stimando un costo medio di 12,1 euro a volume. La spesa media per scuola è infatti di 623 euro l’anno, ovvero meno di tre euro a studente.
La mappatura delle biblioteche scolastiche in Italia realizzata da AIE nell’ambito di #ioleggoperché, il progetto di promozione della lettura che ha portato nelle scuole due milioni e mezzo di libri dal 2016 a oggi, è stata presentata oggi a Più libri più liberi in un incontro in collaborazione con il Ministero dell’Educazione e del Merito. Sono intervenuti Innocenzo Cipolletta (presidente AIE) e Giovanni Peresson (ufficio studi AIE) che ha presentato lo studio. Ha moderato Piero Attanasio (responsabile rapporti istituzionali AIE).
«L’indagine che presentiamo dimostra che quando si intraprendono iniziative per promuovere la lettura c’è una risposta positiva dei giovani» ha dichiarato Innocenzo Cipolletta. «Allo stesso tempo, lo spirito di iniziativa dei docenti e dei volontari che animano le biblioteche scolastiche, laddove presenti, non basta a superare una cronica mancanza di risorse: bisogna fare di più e il coinvolgimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito in questo progetto è un buon presupposto».
Secondo
l’indagine condotta da Pepe Research per AIE la frequentazione delle biblioteche scolastiche è passata
dal 26% del 2018 al 41% del 2023. Nella fascia 4-6 anni si passa dal 5% del 2018 al 47% del 2023. Tra i 7 e i 9 anni si passa dal 10% al 33%. Tra i 10 e i 14 anni dal 33% al 53%.
A #ioleggoperché hanno aderito nel 2022 23.240 scuole, il 40% delle scuole dell’infanzia sul territorio nazionale, il 37% delle primarie, il 17% delle scuole secondarie di primo grado e il 6% delle scuole secondarie di secondo grado. Una scuola su cinque dichiara che ha aperto o aprirà la sua biblioteca scolastica grazie a #ioleggoperché.
Tra le scuole che hanno partecipato all’indagine condotta nell’ambito di #ioleggoperché, tre su quattro (77,4%) dichiarano di disporre di una biblioteca scolastica: la percentuale varia dal 62,4% della scuola d’infanzia al 90,7% della scuola secondaria di secondo livello. La superficie media è di 42,7 metri quadrati e in circa un caso su tre (32,1%) non sono disponibili più di 10 posti a sedere. Oltre una biblioteca su tre (il 35,8%) è aperta meno di sette ore a settimana. Per quanto riguarda il catalogo, circa la metà (il 48,7%) ha un patrimonio che non supera i 500 volumi. Mediamente, nelle biblioteche scolastiche vi sono sei volumi e mezzo per studente.
Una biblioteca su quattro (il 25,6%) non ha nemmeno un addetto stabile e solo l’1,6% degli addetti è un bibliotecario professionista: negli altri casi la gestione è in mano a docenti, genitori e studenti, spesso su base volontaria. Il 69,7% degli istituti non ha un budget dedicato e la spesa media per istituto è di 1.191 euro, ovvero 5,08 euro a studente. Di questi soldi, circa la metà è destinata all’acquisto di volumi: ovvero 623 euro, 2,98 euro a studente.
Secondo le dichiarazioni di chi gestisce le librerie scolastiche, nell’83,8% dei casi i ragazzi scelgono i libri girando per gli scaffali, nel 58,3% dei casi su indicazione del docente, nel 7,3% consultando il catalogo (era possibile più di una risposta). I laboratori di lettura (64,9%) sono le attività più spesso avviate da chi gestisce le biblioteche scolastiche, seguite dalla visita alle biblioteche comunali di pubblica lettura (31,4%) e dagli incontri con gli autori (27,4%).
«L’uso della biblioteca della scuola è, tranne in qualche rara eccezione, assolutamente residuale – ha osservato Cipolletta – affidata alla buona volontà di qualche docente. Si tratta spesso di luoghi antiquati con collezioni antiquate di titoli, e questo le rende poco attrattive».
«La situazione migliora portando nelle biblioteche scolastiche libri nuovi, adatti alla fascia d’età cui si rivolgono, di generi diversi» concorda Peresson. «Perché non introdurre i fumetti, per esempio?».
Con #ioleggoperché, aggiunge ancora Cipolletta – stiamo provando a invertire questa tendenza: «La biblioteca scolastica dovrebbe diventare un luogo vivo, un centro di attività culturale permanente. Mi rendo conto che è un obiettivo gigantesco, ma credo sia la strada che dobbiamo percorrere. Non da soli, naturalmente. Le rilevazioni che facciamo le portiamo all’attenzione della politica: sono le informazioni che servono per programmare la crescita del nostro Paese».