Prima di interrogarci sul fatto che i libri digitali entrino o meno nelle scuole, forse sarebbe il caso di preoccuparci che ci entrino i libri tout court.
Secondo l’ultima indagine realizzata dall’Ufficio studi Aie e presentata oggi a Bari durante il convegno Una, cento, mille biblioteche nelle scuole (la presentazione è disponibile qui), i dati relativi alla dotazione e alle infrastrutture delle biblioteche scolastiche italiane sono, infatti, allarmanti: 4,7 libri per studente, un patrimonio medio che rappresenta appena lo 0,4% dei titoli in commercio, una spesa complessiva per il funzionamento (tra 6-10 milioni di euro) pari a un’incidenza dello 0,001% della spesa scolastica complessiva (Fonte: Miur, La scuola in cifre, 2010); una spesa complessiva che si traduce, a sua volta, in una spesa annua per studente (calcolata sugli studenti che afferiscono alle scuole rispondenti) destinata al funzionamento della biblioteca di 1,56 euro pro capite!
Ma la biblioteca scolastica – sempre più centro di risorse didattiche per la scuola (o tale dovrebbe essere) – non è afflitta solo da patrimoni librari inesistenti. Soffre di gravissimi deficit strutturali nell’erogazione del servizio: superficie (57 mq), posti di consultazione (14,9), orari di apertura (3h 40’ al giorno), addetti (1,5), professionalità, ecc. Perché la biblioteca scolastica – oltre a essere un’indispensabile strumento di promozione della lettura (ma con quali libri e con quali risorse?) – è «anche» una biblioteca specializzata che ha bisogno di professionalità specifiche. E non solo di volontari: il 24% tra insegnati e genitori che presta il loro lavoro e il loro tempo «volontariamente» contro il 2,5% di «bibliotecari professionisti», e il 51,3% di personale docente nelle ore a disposizione, viene da chiedersi in quanti altri Paesi europei non sia prevista la figura del bibliotecario nell’ordinamento scolastico!
Conoscere questi dati è importante per renderci conto che se la lettura non cresce, ci sono anche ragioni strutturali «di base» cui porre rimedio potrebbe rivelarsi per l’Italia, uno dei migliori investimenti degli ultimi anni. Su questo punto sta lavorando anche la campagna Amo chi legge promossa dal Gruppo editori per ragazzi di Aie che si prefigge - riprendendo e ampliando una campagna già lanciata da Sinnos editore - di creare delle sorte di «liste nozze» attraverso cui genitori e insegnati potranno contribuire a rimpolpare il catalogo della propria biblioteca scolastica (qui tutti dettagli). 
Proprio per diffondere la consapevolezza del problema, in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, l’Associazione italiana editori ha deciso di proporre l’e-book La costellazione dei buchi neri. Rapporto sulle biblioteche scolastiche in Italia 2013, in cui è raccolto lo studio cui abbiamo fatto riferimento, in maniera del tutto gratuita per le giornate del 23-24 aprile (poi in vendita su tutti i principali store a 1,99 euro).
Anticipiamo la conclusione della ricerca (che è semplice): la biblioteca scolastica ha un bisogno imprescindibile di inserirsi e di recuperare un suo proprio ruolo formativo in un momento delicatissimo che sta attraversando la scuola italiana nella sua trasformazione verso una didattica che integra libri e risorse digitali.