La Banned Books Week è la settimana dedicata alla libertà di lettura che coinvolge librerie, biblioteche scolastiche e di quartiere, editori, insegnanti e giornalisti statunitensi. Oltre a puntare i riflettori sulle opere che nel corso degli anni sono state oggetto di censura in tutto il mondo e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla libertà di espressione, la Banned Books Week è anche una brillante iniziativa di promozione della lettura che fa leva proprio sulla voglia di trasgressione di lettori e non lettori per spingerli alla scoperta di nuove opere.
Quest’anno la Banned Books Week si tiene dal 21 al 27 settembre e avrà un focus speciale sui fumetti e graphic novel. Dal 1982 – quando venne inaugurata dall’American Library Association (Ala) – ad oggi è la prima volta che la manifestazione sarà incentrata su una specifica tipologia di libri, poiché in passato ha sempre abbracciato un’enorme quantità di opere e generi letterari.
Il motivo di questa scelta deriva dalla grande attualità del dibattito sulla censura di fumetti e graphic novel negli Usa: con 307 segnalazioni riportate all’Ala, Bone di Jeff Smith è stata una delle serie più contestate nelle scuole e nelle biblioteche americane, sia per il punto di vista politico che esprime sia per la sua rappresentazione del fumo, ma naturalmente non è la sola. E non si deve pensare nemmeno che il moralismo che condanna la cosiddetta letteratura disegnata sia solo prerogativa di comitati di genitori preoccupati, comunità religiose ortodosse e insegnanti irrigiditi: anche grandi multinazionali come Apple hanno più volte agito da censori rispetto a graphic novel e fumetti che, a differenza dei libri, scontano la «grande colpa» dell’accompagnare al linguaggio testuale quello figurato. Insomma finché le immagini sono un prodotto della nostra mente va tutto bene, quando le troviamo esplicitate dalla matita di un disegnatore il turbamento è dietro l’angolo.
A riprova di questo fatto, la censura cui sono soggetti fumetti e graphic novel è del tutto trasversale alle tematiche trattate – politica, fumo, sesso, amore omosessuale, violenza, morte – e alla qualità letteraria poiché molte delle opere segnalate all’Ala sono pluripremiate ed hanno ottenuto importanti riconoscimenti in tutto il mondo. Qualche esempio?
Nelle scuole pubbliche di Chicago la lettura di Persepolis di Marjane Satrapi è stata soggetta a severe restrizioni per via delle sue raffigurazioni di parti del corpo e delle torture nell’Iran post rivoluzionario. Inoltre in South Carolina si è votato per tagliare i fondi del programma di lettura delle matricole del Charleston College per via della scelta di adottare Fun Home: A Family Tragicomic di Alison Bechdel.
Su «Publishing Perspectives» sono riportate le dichiarazioni di Barbara Jones (direttrice del dipartimento per la libertà intellettuale dell’Ala): «Vogliamo far passare il concetto che fumetti, graphic novel e manga sono contenuti bibliotecari più che legittimi. Questo [della censura] è un problema che trascende i confini dei singoli Stati. La scorsa estate ero in Giappone quando Barefoot Gren, un fumetto su Hiroshima, è stato bandito dalle biblioteche. Moltissimi adulti hanno reagito duramente opponendosi alla censura perché volevano che i loro figli, attraverso la lettura, comprendessero quanto era accaduto in passato».
Accanto ai fumetti e graphic novel la Banned Books Week (seguite l'account Twitter per tutti gli aggiornamenti) anche quest'anno metterà sotto i riflettori i libri e gli autori segnalati («challanged») e censurati («banned») negli States (qui una bella infografica dell'«Huffington Post» sull'ultimo anno da cui abbiamo ripreso l'immagine di questo articolo).
Parte fondamentale del successo dell'iniziativa è il coinvolgimento dei media che nel Paese restano profondamente sensibili al tema e non solo in occasione di questa settimana. Per capirlo basta dare un occhiata ai molteplici spunti di riflessione usciti in questi giorni sul Web e che vanno dal successo dei film tratti dai libri «sotto processo» (si va da blockbuster come Il codice da Vinci a chicche come Uomini e topi), alla lista degli autori più censurati (lo sapevate che i libri di Capitan Mutanda sono i primi?) all'elenco dei vincitori del National Book Award incappati nell'ira dei censori, perché, come sempre è accaduto nella storia della censura, solo la conoscenza e la diffusione delle idee possono aiutare a vincere il pregiudizio.
Richieste di censura riportate all'American Library Association per Stato
Fonte: American Library Association, periodo della rilevazione gennaio 2013-agosto 2014