Anche le biblioteche avranno un ruolo centrale nel business del selfpublishing? Così sembra.
Il gruppo Califa, il più grande consorzio californiano che riunisce 220 biblioteche, è vicino alla firma di un
accordo con la piattaforma selfpublishing Smashwords. Nata nel 2008, la piattaforma ospita 127.000 titoli ed è uno dei player maggiori negli Stati Uniti (prevede un fatturato di 12 milioni di dollari nel 2012). Grazie ad una sovvenzione di 325.000 dollari elargita dal consorzio
Balis, il Califa sarà in grado di comprare 10.000 titoli tra i più venduti su Smashwords a 3 dollari l’uno; questi saranno poi ospitati su un server Adobe Content recentemente acquistato per 10.000 dollari.
La vera novità di quest’accordo, tuttavia, è un’altra.
Verrà data agli utenti della biblioteca, infatti,
la possibilità di usufruire dei servizi di self-publishing attraverso l’intefaccia Califa, in costruzione ora da parte di VuFind. I libri autopubblicati in questo modo su Smashwords saranno resi disponibili ai partner retail, tra cui Apple, Amazon e Barnes&Noble. Il consorzio Califa riceverà l’elenco dei libri autopubblicati dai propri utenti, e
potrà così scegliere quali rendere disponibili al prestito: la biblioteca, così, potrebbe diventare anche un editore legato alla propria comunità di riferimento.
Secondo Mike Coker, Ceo di Smashwords, «questa è un’opportunità per promuovere la cultura del leggere ma anche quella della scrittura». I pericoli del self-publishing, naturalmente, sono sempre in agguato: per questo è stato dato a Mary Minow, fondatrice di Librarylaw.com, il compito di
approvare il contenuto dei libri caricati e condivisi sulla piattaforma.
Secondo Coker, l’iniziativa è solo all’inizio e potrebbe in futuro diventare molto più estesa. D’altronde, «il progetto espande la disponibilità e l’accessibilità dei nostri libri e aiuta i nostri autori ad avvicinarsi al pubblico dei lettori – ha spiegato – e le biblioteche in questo mantengono il ruolo centrale che hanno sempre avuto».
Califa sta cercando partner in altri stati per esportare questo modello, che può aiutare le biblioteche nello sforzo per «rimanere rilevanti».