L’editoria italiana chiude il 2025 con alcuni segnali di recupero, pur dentro un quadro che resta complesso, soprattutto per i piccoli e medi editori. Il miglioramento registrato nei canali trade nelle prime tre settimane di novembre riduce la flessione complessiva alla quarantasettesima settimana a -1,98%, attenuando un anno segnato da un generale rallentamento della domanda. Le misure di sostegno in arrivo potranno contribuire a stabilizzare il mercato nei prossimi mesi: non cancellano le difficoltà strutturali evidenziate nel corso dell’anno, ma spingono a guardare con maggior fiducia al prossimo.
«Difficile fare previsioni per la fine dell’anno – ha affermato il presidente dell’Associazione Italiana Editori
Innocenzo Cipolletta, incontrando il ministro della Cultura
Alessandro Giuli oggi a
Più libri più liberi –, ma l’arrivo dei
60 milioni per le biblioteche, così come i
18 milioni della Carta Cultura per le famiglie meno abbienti e la ripartenza della Carta Docenti ci fanno sperare in una chiusura d’anno positiva.
Con il 2026 si apre una nuova fase e, sul versante delle politiche pubbliche, crediamo sia il momento di discutere di una legge per il libro che sostenga le imprese.
Dopo il 2021 il mercato si è fermato: è necessario aprire una nuova fase, tenendo sempre fermo l’obiettivo di ridurre il gap negli indici di lettura che penalizza il Sud del Paese».
«Il 2025 è stato un anno particolarmente complesso per le piccole e medie case editrici – ha osservato il presidente del Gruppo Piccoli editori di AIE, Lorenzo Armando – e le prospettive future rendono sempre più urgente discutere di misure, meglio se organiche e nel quadro di una nuova legge di sistema per il libro, per accompagnare soprattutto le imprese che continuano a investire, agevolandole sul piano industriale e incentivando l’innovazione, in uno scenario in continua evoluzione caratterizzato, tra le altre cose, dall’Intelligenza Artificiale con il suo impatto sul mercato e i flussi di lavoro».
«Sono d’accordo con voi – ha spiegato il ministro della Cultura Alessandro Giuli – non amo parlare di sistemi sussidiati, ma all’editoria oggi sono necessari incentivi per l’innovazione. Lavoriamo quindi a un sistema di compenetrazione tra pubblico e privato per far sì che tale sostegno, essenziale, sia ben utilizzato.
Dopo arriverà anche una legge per il libro, su cui l'iniziativa spetta al Parlamento. E in caso di legge delega, siamo ovviamente pronti a fare il nostro lavoro scrivendola insieme a voi e a tutti gli operatori del settore: ecco perché vogliamo avere un confronto serrato con le associazioni datoriali e quelle dei lavoratori.
Per quel che concerne le biblioteche sono stati utilizzati tutti i 60 milioni stanziati e adesso ne arriveranno 180, che sono tanti, con la Carta Valore che finalmente premierà ciò che spesso è stato negato, il merito. Stiamo andando avanti per step, vogliamo mappare la situazione per un quadro d’insieme, e proprio per questo i vostri dati sono importanti».
Un mercato in rallentamento ma con elementi di stabilizzazione
Secondo
l’indagine dell’Ufficio studi AIE, elaborata su dati
NielsenIQ BookData, nei primi dieci mesi del
2025 sono state acquistate
76,4 milioni di copie,
2,5 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del
2024 (
-3,1%), per una spesa complessiva di
1.128,8 milioni di euro (
-2,4%). Il recupero registrato nelle prime tre settimane di novembre ha contribuito a contenere la flessione, portando il calo delle prime quarantasette settimane a
-1,98%.
L’andamento dell’anno riflette un avvio debole, seguito da una fase più dinamica nella seconda parte del 2025, in coincidenza con il ritorno di alcuni titoli di maggiore richiamo che hanno sostenuto le vendite a partire dalla fine dell’estate. Nel lungo periodo, il mercato si inserisce in un percorso ormai noto: la discesa fino al minimo di 81,3 milioni di copie nel 2016, la risalita culminata nei 104,8 milioni del 2021 e la successiva stabilizzazione, con 102,6 milioni di copie vendute nel 2024.
Lettura e divari territoriali
Negli ultimi dieci anni la lettura risulta in crescita in tutte le fasce d’età, ma restano oltre 15 milioni le persone che non hanno letto né ascoltato un libro nell’ultimo anno. Il divario territoriale rimane significativo: nel Sud e nelle Isole, che accolgono il 34% della popolazione italiana, si concentra solo il 30% dei lettori e il 19% delle copie vendute nei canali trade (dati 2024). Una ricerca dell’Ufficio studi AIE collega questa distanza alla presenza insufficiente di librerie e biblioteche. L’assegnazione dei fondi per le biblioteche nel 2025 introduce tuttavia un elemento di riequilibrio, dopo un 2023 che aveva visto una quota dei fondi che superava il 60% del totale assegnati al Nord: il Sud passa dal 23,2% del 2023 al 31,2% del totale dello stanziamento, mentre il Centro sale dal 15,3% al 16,2%.
La piccola e media editoria tra peso e fragilità
Piccoli e medi editori,
dettagliano ancora i numeri dell’Ufficio studi AIE, la cui offerta resta centrale per la bibliodiversità italiana, continuano a rappresentare una quota compresa tra il
46% e il
48% del mercato trade, stabile nel medio periodo. È proprio questo segmento, però, a risentire in misura maggiore della congiuntura del
2025. Mentre i gruppi editoriali mostrano un andamento sostanzialmente stabile, gli editori con oltre
5 milioni di euro di vendite registrano un calo del venduto del
-1,9%. Le fasce inferiori evidenziano flessioni ancora più accentuate:
-9,7% tra
1 e
5 milioni di euro,
-6,8% tra
500 mila e
1 milione,
-6,6% sotto i
500 mila euro.
La differenza emerge anche nel rapporto tra novità e catalogo: le vendite delle novità calano in modo più marcato nelle realtà più piccole, mentre il catalogo mostra complessivamente una maggiore stabilità. La
classifica dei titoli più acquistati pubblicati da editori sotto i 5 milioni di venduto (
l’approfondimento è sul numero di dicembre del Giornale della Libreria) restituisce in ogni caso un panorama variegato, con NN Editore, Sonda e Always Publishing ai vertici grazie a
Il dio dei boschi di L. Moore,
Lo svezzamento è vostro! di Pediatra Carla e
Dammi mille baci di T. Cole.
«Mi ritrovo completamente in questi dati, appartenendo a una categoria – quella degli editori sotto i 5 milioni – che è tra le più esposte» ha osservato in fiera Tiziana Triana (Fandango Libri). «Le difficoltà che stiamo attraversando non riguardano solo la congiuntura di mercato, ma segnalano un cambiamento strutturale. Quel -9,7% significa che lettori e lettrici non vedono più i nostri libri nelle librerie: se non risolviamo questo nodo non andiamo da nessuna parte».
«Anch’io concordo con i dati presentati dall’Ufficio studi AIE e con quanto osservato da Tiziana Triana» ha aggiunto Vittorio Anastasia (Ediciclo). «Il tema dell’accesso è centrale: la grande vitalità e creatività di tutto il nostro settore – un elemento positivo, una risorsa che garantisce bibliodiversità – ci posiziona in uno spazio sempre più popolato, all’interno del quale la rintracciabilità dei titoli è sempre più strategica».
Prospettive e lavoro del Gruppo Piccoli editori di AIE
Oggi in fiera sono state illustrate anche le attività avviate nel 2025 dal Gruppo Piccoli editori di AIE, che mostrano come il segmento non stia subendo passivamente le difficoltà del mercato, ma abbia già messo in campo un percorso di lavoro strutturato. I primi workshop tecnici, dedicati ai metadati e alla gestione della coda lunga, puntano a migliorare l’efficienza dei flussi informativi lungo la filiera. Accanto a questo, l’internazionalizzazione diventa un asse strategico, con un progetto organico di accompagnamento verso i mercati esteri in vista anche della Fiera internazionale del libro di Guadalajara 2026, dove l’Italia sarà Ospite d’Onore. Completano il quadro il rafforzamento dei rapporti con le biblioteche e una nuova attenzione ai territori, con l’obiettivo di contribuire a una grande iniziativa promozionale nazionale che riporti il libro al centro e dia maggiore respiro all’intera filiera.