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Mercato

Israele: i primi conti dopo l’abrogazione del prezzo fisso

di Camilla Pelizzoli notizia del 9 giugno 2017

Sei mesi fa il parlamento israeliano abrogava la legge sul prezzo fisso, che tanto aveva fatto discutere nel Paese. Quali sono state le conseguenze? Che pratiche ha lasciato questa legge, che è comunque rimasta in vigore per due anni?

Di primo acchito, la situazione parrebbe effettivamente migliorata. I primi resoconti arrivano ora, durante la settimana del libro, un momento fondamentale per il mercato editoriale israeliano (tanto che la stessa legge abrogata prevedeva un’eccezione per questo periodo dell’anno). Itzik Shalev, vice presidente di una delle due principali catene librerie del Paese, Steimtazky, ha confermato un aumento delle vendite dell’8% circa nei vari punti vendita rispetto all’anno scorso, con sconti e prezzi più contenuti rispetto agli anni precedenti. «Non stiamo tornando ai prezzi distruttivi che potevamo vedere nel settore prima della legge sul libro. Gli sconti che offriamo ora sono realistici e permettono agli scrittori, agli stampatori e agli editori di sopravvivere» conclude Shalev. Su un sostanziale riequilibrio del mercato concorda anche Avi Shumer, CEO di Tzomet Sfarim: «l’anno scorso, quando la legge era ancora in vigore, un autore poteva entrare in una libreria e comprare un paio di copie del proprio libro e mettersi tra i bestseller. Ora per essere un bestseller bisogna vendere molte più copie».

In effetti, almeno fino a qualche anno fa, gli sconti offerti erano particolarmente alti: si parlava di quattro libri per 100 shekel, ovvero circa 25 euro. Ora, invece, il prezzo medio del libro sembra essersi assestato sui 33-35 shekel, e gli sconti maggiori che si possono vedere in questa settimana dedicata al libro – durante la quale ovviamente si punta molto anche su questi strumenti – riguardano tendenzialmente promozioni con due libri per 100 shekel. Questo vale tanto per Steimtazky e Tzomet Sfarim (che sono le due principali catene librarie, e valgono per l’80% del mercato), quanto per i mercati di libri all’aperto che caratterizzano questa settimana del libro, dove gli editori vendono i propri libri direttamente.

Tuttavia, non mancano le criticità, in particolare per quanto riguarda i piccoli-medi editori; questi ultimi infatti, nonostante la crescita delle vendite, non stanno ottenendo grandi risultati, soprattutto perché quando era ancora in vigore la legge sul libro i rivenditori avevano alzato le proprie tariffe, chiedendo il 70% del prezzo di ogni libro venduto, e ora – nonostante la legge sia stata, appunto, abrogata – non sembrano intenzionati a tornare alle quote precedenti (che erano del 50%). Quindi, nonostante le migliori vendite, molti editori continuano a non vedere crescite nel proprio profitto. Molti sperano che Miri Regev, ministra della Cultura in Israele, si muova presto per contrastare il duopolio Steimtazky-Tzomet Sfarim (che appartengono a gruppi a cui fanno capo anche alcune case editrici), come aveva promesso in passato.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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