incontreranno, a partire dai primi mesi del 2016, il pubblico britannico grazie alla partnership attivata dalla casa editrice romana con
, editore indipendente londinese con alle spalle numerosi successi e un percorso decisamente orientato al digitale.
, addetta al coordinamento editoriale, ci ha spiegato le ragioni di questa collaborazione, raccontandoci come si realizzerà dal punto di vista operativo e quali obiettivi si prefigge.
Quali sono le caratteristiche fondamentali della partnership tra Newton Compton e Head of Zeus? Head of Zeus è un brand editoriale affermato il cui core business è orientato sia ai prodotti cartacei che a quelli digitali, ma ha una forte propensione alla sperimentazione.
Il nuovo imprint, fortemente voluto dal nostro amministratore delegato Raffaello Avanzini, si chiamerà Aria, un nome che si ispira all'impalpabilità del formato dei titoli che ne faranno parte e che riconferma l’animo digitale del progetto. I libri della sigla, infatti, saranno disponibili in e-book, audio book e print on demand sulle maggiori piattaforme on line britanniche.
La ragione per cui non siamo entrati direttamente nel mercato digitale straniero è di natura strategica:
una casa editrice ha logiche di comunicazione e marketing decisamente complesse e percorrere il canale offerto da Head of Zeus ci consente di farci strada tramite un marchio già conosciuto, affermato e abituato alle dinamiche del marketing digitale e delle piattaforme di vendita on line.
Dai primi mesi del 2016 Aria partirà con dieci titoli, scelti tra quelli del nostro catalogo che sono andati particolarmente bene in Italia e accuratamente tradotti in lingua inglese: ci saranno
Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli,
L’uragano di un batter d’ali di Sara Tessa, Daniela Volonté con
Buonanotte amore mio,
Non mi piaci ma ti amo di Cecile Bertold, e poi G.L. Barone con
La chiave di Dante, Martin Rua con
Le nove chiavi dell’antiquario e quattro romanzi storici di Andrea Frediani: gli inglesi sono grandi appassionati della Roma antica e ci piaceva che fosse una firma italiana a rappresentare il genere.
Quali sono i vantaggi offerti da un progetto orientato quasi esclusivamente al formato digitale? Nel mondo dei beni fisici i tempi sono più lunghi, noi invece siamo una casa editrice che si muove rapidamente, seguendo i trend del momento. Nella nostra ottica è penalizzante sottoporre i titoli che pubblichiamo ai lunghi tempi del mercato dei diritti.
Avevamo bisogno di un canale più immediato per raggiungere i paesi stranieri, e la collaborazione con Head of Zeus e l’orizzonte digitale si adattavano bene alle nostre esigenze. Inoltre, mentre nella narrativa storica gli autori italiani hanno una consolidata tradizione che ha incontrato anche il favore del pubblico estero, questo non è successo per il rosa né per il chick lit: arrivare in Inghilterra con questi generi per noi è un
trampolino di lancio verso il resto del mondo.
Siamo molto fiduciosi nel buon esito di quest’iniziativa, e crediamo anche che il mercato sia pronto per un’iniziativa «digital first», ma pur partendo con e-book e print on demand, che gestirà Head of Zeus sia per quanto riguarda la stampa che la logistica, non escludiamo di poter proseguire l’avventura con il cartaceo.
Comunque la nostra casa editrice, anche in patria, punta molto sul digitale, soprattutto perché
ci sono dei generi che evidentemente vengono letti di più (e meglio) in e-book, come il thriller, la narrativa rosa, il chick lit e l’erotico. Questo non succede, come talvolta si crede, perché il lettore si «vergogna» di alcune letture e vuole nasconderle agli occhi degli altri. È probabilmente quel tipo di prodotto (e il desiderio d’intrattenimento che sottende) a innescare l'esigenza di
una modalità di fruizione diversa, facendo preferire al lettore l’immediatezza offerta dal dispositivo elettronico al desiderio di possesso del libro fisico.
E poi i lettori «di genere» sono spesso lettori forti… Esatto. In Italia si tende a far confusione tra lettore forte e lettore «alto», cosa che non succede altrove, per esempio nel mondo anglosassone o in quello tedesco: lì la lettura viene giustamente considerata un’attività per tutti, frammentata nella fruizione di vari e dignitosissimi «generi».
Il lettore merita sempre la stima e la fiducia dell’editore, perché in un’epoca caratterizzata da mille stimoli e possibilità d’intrattenimento ben più facili e immediate, decide di dedicare parte del suo tempo alla pratica intima e antica della lettura.
Gli editori italiani hanno la responsabilità di aver consegnato tanti potenziali lettori alla televisione, non valorizzando le loro propensioni e ignorando i loro gusti. Noi vogliamo riprenderci quei lettori, sia in Italia che all’estero. La lettura è un piacere straordinario che ne ispira tanti altri.
Ciascuno di noi ha il diritto sacrosanto di scegliersi questo piacere, modellandolo sui generi, i supporti, i libri, le storie che di volta in volta si trova a preferire.
Ricordiamo ai lettori che delle nuove tendenze legate all'internazionalizzazione delle medie e piccole imprese editoriali si è parlato anche a Più libri più liberi, durante l'incontro Posso farlo solo con l'America?