
Se il braccio di ferro tra Amazon e Hachette non sembra ancora vedere una conclusione, giunge oggi la notizia che il retailer ha
portato a termine i negoziati con un altro dei big five,
Simon & Schuster.
Con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza del contratto, la casa editrice avrebbe quindi concluso un contratto con la compagnia di Bezos raggiungendo un
accordo sul prezzo di vendita degli e-book (di fatto accettando che, pur fissando un proprio prezzo di vendita, Amazon possa in determinati momenti realizzare promozioni e vendere «sotto costo»).
Le royalties agli autori non dovrebbero venire toccate come
secondo le fonti del «Wall Street Journal» avrebbe scritto Carolyn Reidy, a capo di Simon & Schuster, in una missiva indirizzata agli autori della scuderia.Il «prezzo dello sconto», è il caso di dirlo, dovrebbe quindi essere assorbito o da Amazon stesso o dall’editore (i termini del contratto non sono per il momento resi pubblici).
Una situazione che se da un lato
mette ancora di più sotto pressione Hachette, dall’altro sembra realizzare le previsioni di
Paul Krugman che proprio ieri dalle colonne del
«New York Times» tuonava che «Amazon ha troppo potere e lo sta usando in un modo che danneggia tutta la nazione».
Secondo l’economista premio Nobel, quello di Amazon
non sarebbe un monopolio, ovvero un regime nel quale un venditore dominante ha il potere di alzare i prezzi,
ma piuttosto un monopsonio, cioè una situazione nella quale un compratore dominante ha il potere di spingere i prezzi al ribasso.
«Amazon non ha il monopolio del mercato, e forse non ce lo avrà mai – scrive Krugman nel suo editoriale –, ma questo non toglie che abbia un potere e un peso cruciale come dimostra la vicenda di Hachette. I libri dell’editore non sono stati censurati ma Amazon ha messo in piedi una serie di tattiche, dai ritardi nelle consegne al reindirizzamento verso titoli di altri editori, che
ricordano molto quelle della Standard Oil quando, al culmine della sua potenza e prima di venire smembrata, poteva permettersi di non fare viaggiare i propri prodotti sulle reti ferroviarie che si rifiutavano di accordarle sconti sostanziali. Certo, si tratta di tattiche commerciali in entrambi i casi, ma
l’era dei plutocrati è terminata quando la collettività ha deciso che questo tipo di strategie non erano più proponibili».
Bezos gode di un potere immenso perché, se è vero che un libro si acquista perché se ne è sentito parlare, perché lo si è visto in cima ad una classifica o perché altre persone l’hanno letto,
Amazon ha la possibilità di agire sulla passaparola, di abbassarne il volume. Possiamo fidarci del fatto che non abuserà mai di questo potere? «No, la vicenda Hachette ci insegna di no».