I Paesi nordici colpiscono ancora: la
Finlandia, secondo le
ultime ricerche, è
la nazione più alfabetizzata del mondo. Lo studio, condotto da John Miller (presidente della statunitense Central Connecticut State University), vede i
primi cinque posti occupati, dopo la Finlandia, da
Norvegia, Islanda, Danimarca e Svezia, che confermano dunque l’ottima reputazione che questi paesi hanno nel resto del mondo per il loro sistema scolastico e, in generale, per l’attenzione data alla cultura e all’istruzione da parte della società.
La ricerca, che è partita da un’analisi iniziale di dati provenienti da 200 Paesi, si è poi stabilizzata su una
classifica finale di 61 nazioni, «per mancanza di statistiche rilevanti» riguardanti gli esclusi; tra le risorse sfruttate c’è il Programma per la valutazione internazionale dell'allievo (il cosiddetto PISA), condotto dall’OCSE, ma
non sono solo i risultati ai test riguardanti la lettura ad aver stabilito la classifica. Infatti, a voler osservare solo questi, ci troveremmo di fronte a un podio completamente diverso e rivolto verso l’Oriente, con la Finlandia al secondo posto e Singapore e Corea del Sud rispettivamente al primo e al terzo.
Oltre al rendimento degli studenti, dunque, per ogni Paese
sono stati presi in considerazione altri quattro fattori: i giornali (tenendo conto del numero di quotidiani, cartacei e su internet, disponibili a persona, così come della loro circolazione nazionale e internazionale),
le biblioteche (ovvero il numero di biblioteche pubbliche – e l’ampiezza del loro catalogo – più quelle scolastiche e accademiche),
il sistema educativo (per cui si sono tenuti conto degli anni d’istruzione obbligatoria e la spesa pubblica in percentuale rispetto al PIL)
e la diffusione dei computer (osservando la percentuale di abitazioni in cui è presente almeno un pc). L’insieme di questi dati permette, secondo i ricercatori, di comprendere il «complesso e sfaccettato ritratto della vitalità della cultura di una nazione», per usare
le parole di John Miller, che sottolinea anche quanto questa classifica suggerisca che «queste abitudini culturali sono fondamentali per il successo di individui e nazioni nell’
economia della conoscenza che definisce il nostro futuro globale».
E l’
Italia come se l’è cavata? Non ha brillato, ma perlomeno è nella prima metà della classifica generale, dove occupa il
25esimo posto. L’ambito in cui abbiamo ottenuto il miglior posizionamento è quello dei risultati scolastici, dove siamo 20esimi, mentre il settore in cui dobbiamo migliorare di più è quello dei giornali (37esimi).
Altri dati interessanti: nella classifica generale, la Francia è dodicesima, la Germania ottava, la Spagna trentacinquesima, mentre Usa e Regno Unito si piazzano a dieci posizioni di distanza tra loro, rispettivamente al settimo e al diciassettesimo posto.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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