Nel 2023 è il 21% degli italiani a dichiararsi lettore di fumetti, per un totale di 9,3 milioni di persone: è il principale tra i dati presentati oggi a Più libri più liberi da Bruno Giancarli (AIE), durante l’incontro Dopo il botto. Lettori e libri a fumetti a tre anni dal boom di mercato a cui hanno partecipato Emanuele Di Giorgi (Tunué, commissione Comics e Graphic Novels di AIE), Giovanni Ferrara (Coconino Press) e Caterina Marietti (Bao Publishing) moderati da Riccardo Corbò (Tg3).
Lettrici e lettori di fumetti hanno mediamente consumi culturali più articolati dell’insieme dei lettori italiani. In particolare, leggono più frequentemente (il 35% lo fa tutti i giorni contro il 31% dell’universo complessivo dei lettori), utilizzano di più i social network (il 95% lo fa tutti giorni contro il 90% dell’universo dei lettori), in un numero maggiore di casi possiedono e usano un e-reader (40% contro 24%), in un numero maggiore di casi ascoltano audiolibri (29% contro 16%).
Proseguendo l’identikit, scopriamo che il pubblico dei lettori di fumetti è più maschile che femminile (89% vs 70%, sebbene la quota delle lettrici sia in salita rispetto al 2022), tendenzialmente più giovane e con titoli di studio più elevati (è il 98% dei lettori di fumetti ad avere una laurea). Lettrici e lettori di fumetti hanno inoltre un rapporto con la lettura assai meno occasionale rispetto alla media della popolazione: se è il 26% di chi si definisce lettore a leggere più di 7 libri l’anno, la percentuale arriva al 62% quando prendiamo in considerazione i lettori di fumetti.
Per quanto riguarda invece il mercato, dal 2019 a oggi la spesa in acquisto di fumetti è triplicata, arrivando a circa 76 milioni di euro, con una flessione del 13% sul 2022. Quasi 6 i milioni di copie vendute: +225% rispetto al 2019, -17% rispetto al 2022.
«Dal 2023 al 2022 abbiamo perso un milione e 600 mila copie – commenta Bruno Giancarli – ma ne abbiamo guadagnate 5,4 milioni rispetto al 2019. Il maggior indiziato dell’assestamento del 2023 sono i manga: a copie vediamo che hanno perso in un anno 1,5 milioni di copie, con un calo del 20,6%». Ma a calare è anche il graphic novel, sebbene cresca in valore assoluto, mentre cresce il fumetto per bambini e ragazzi (+22%).
Caterina Marietti dice che Bao Publishing si rispecchia nei dati AIE: «Il mercato del fumetto patisce l’aumento dei costi, per noi più alto che per altri settori, ed è una componente che ha influito anche sul prezzo di copertina e quindi ha ridotto il potere d’acquisto dei lettori». E poi, continua Marietti, c'è stata una «ubriacatura di manga» che sta riducendo lo spazio di esposizione del fumetto in libreria. «Se andate a vedere, anche le grandi catene sono oggi un po’ meno attente ai fumetti. Mentre i saloni e i festival del libro sono andati quest’anno meglio che mai, segno che c’è un problema di visibilità nelle librerie».
Giovanni Ferrara sottolinea che, sebbene i dati analizzati parlino del fatturato, il problema principale è quello della marginalità: «Aumento drammatico dei costi e aumento del prezzo di copertina non ci hanno permesso di recuperare». Coconino intanto sta approfondendo l’offerta dei manga «e ne siamo felici, ci sono autori del passato pazzeschi da far scoprire al pubblico». Allo stesso tempo, precisa Ferrara, lavorare con gli italiani, specialmente se esordienti, è sempre più difficile. «Ci sono voci importanti di cui abbiamo bisogno, che dobbiamo far crescere, che raccontano il nostro mondo, i nostri sentimenti. È venuto il momento di chiedere contributi per proteggere la nostra autorialità: non tutti i progetti possono reggersi finanziariamente da soli».
Commentando i dati, Emanuele Di Giorgi porta l’attenzione su alcune caratteristiche dell’editoria a fumetti in Italia, che assumono particolare rilevanza in questo primo cono d’ombra. In primo luogo, il doversi confrontare, in ambito internazionale, con situazioni totalmente diverse, «come la Francia, dove gli editori di fumetti sono sostenuti dal Centre national du Livre. Già oggi ci sono autori italiani che si propongono direttamente agli editori francesi perché hanno più possibilità per pubblicarli, e dai quali siamo poi costretti a comprare i diritti se vogliamo pubblicarli in Italia».
In secondo luogo, Di Giorgi si sofferma sull’andamento «per fenomeni» del mercato del fumetto: «Pera Toons è al momento la property più venduta, che per Tunué rappresenta oltre il 50% del fatturato, e quest’anno è uscito con sole due novità. Zerocalcare [che sul fatturato di Bao Publishing pesa per oltre il 60%] con nessuna. Anche il fatto che il principale editore di manga abbia cambiato distributore potrebbe avere inciso sulle performance dell’anno».
Eppure, conclude Di Giorgi, il 90% del lavoro della casa editrice si concentra giustamente sul resto, sul catalogo, che va fatto crescere e protetto. «Siamo un settore vivacissimo con un problema di marginalità: abbiamo tanti bomber, quello che ci manca è forse la fascia mediana».
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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