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Editori

Effatà. Libri (e viaggi) per aprire il cuore e la mente

di Alessandra Rotondo notizia del 26 giugno 2017

L’Osservatorio sull’editoria religiosa realizzato da UELCI, Rebecca Libri, Cec e Ufficio studi Aie mostra come negli ultimi anni siano raddoppiati coloro che hanno letto almeno un libro afferente alla tematica religiosa nel corso dei dodici mesi precedenti. A discapito, però, di questo rinnovato interesse – che nella ricerca di senso e confronto, piuttosto che nella mera confessionalità, trova la sua spiegazione – dai dati emergerebbe che l’editoria di settore soffre, da un lato, la concorrenza di editori non confessionali che sempre più spesso si cimentano in pubblicazioni e collane di argomento religioso; dall’altro, della ridotta capacità a concepire prodotti (ma anche servizi) diversi, capaci di differenziare l’offerta e ampliare il pubblico potenziale. Fenomeni a cui si sovrappongono anche le trasformazioni indotte dall’e-commerce, dalla comunicazione digitale e multimediale e dalla rete.

Non è una regola, naturalmente. Alcune realtà meglio di altre hanno saputo mettersi in ascolto del cambiamento, forse anche precorrerlo, aprendosi a un target in evoluzione e accogliendo senza remore le sfide del mercato. Tra queste abbiamo scelto Effatà, una casa editrice «a conduzione familiare» nata 22 anni fa a Cantalupa, Torino. «”Effatà” è una parola aramaica contenuta nella Bibbia, vuol dire “apriti”» racconta Gabriella Segarelli, direttrice editoriale nonché fondatrice, assieme al marito Paolo Pellegrino. «In particolare, abbiamo ripreso il nome da una lettera che negli ’90 il cardinale Martini, allora arcivescovo di Milano, aveva dedicato ai mezzi di comunicazione di massa, sottolineando come il loro fine ultimo avrebbe dovuto essere quello di aprire la mente e il cuore. Amiamo i libri e ne abbiamo verificato l’efficacia, sappiamo che possono aiutare le persone a vivere meglio: ci sembrava che Effatà potesse essere un nome in linea con il nostro progetto».
 

Non solo casa editrice, ma anche tour operator. Quando arriva quest’altra attività?

Molto più tardi, nel 2010. Abbiamo cominciato a renderci conto che alcuni dei libri che pubblicavamo potevano prestarsi a un approfondimento turistico, trasformarsi nel punto di partenza per un’esperienza di viaggio. Abbiamo iniziato, in realtà, con un’esperienza di incoming, perché nel 2010 c’è stata un’ostensione della sindone a Torino e, come casa editrice, abbiamo proposto una visita alternativa che prevedesse per i partecipanti anche l’incontro con uno dei nostri autori. Questa formula è piaciuta molto e l’abbiamo poi tradotta in proposte di viaggio, verso le altre regioni d’Italia o l’estero.
 

Ma torniamo ai libri.

Quello che ci interessa è arrivare alle persone che hanno una domanda di senso rispetto alla vita, pur magari non frequentando la chiesa e le attività che offre in questo momento. Per questo abbiamo una proposta abbastanza aperta e varia e tentiamo di continuare su questa linea perché ci sembra, anche confrontandoci con le esperienze di editori esteri, che sia la migliore.

Tra gli esperimenti meno strettamente «confessionali» che stiamo portando avanti c’è la collana Scrittori di scrittura. È un progetto che conduciamo in sinergia con altre realtà attive sul territorio: Torino spiritualità (legata al Circolo dei lettori di Torino) e l’ufficio per la Pastorale della cultura della diocesi. L’idea è stata quella di coinvolgere degli autori, preferibilmente lontani da un’ottica di fede, per vedere come avrebbero reagito davanti al testo biblico: abbiamo chiesto loro di scegliere un passo e di riscriverlo secondo sensibilità e stile personali. Il risultato è una serie di libri molto diversi l’uno dall’altro, sia nella forma che nel contenuto. Nelle librerie cattoliche la collana è stata capita meno e ha faticato un po’, ma su altri canali l’esperimento di unire Bibbia, spiritualità e letteratura ha funzionato piuttosto bene. Ai libri abbiamo affiancato un sito che raccoglie altri materiali in tema: dai video delle presentazioni dei titoli alla sezione blog che continua a mantenere vivo il rapporto con i lettori anche durante questi mesi di discontinuità. A settembre ci sarà una nuova uscita, l’autore sarà Giuseppe Culicchia.
 

Quali sono le maggiori difficoltà che un piccolo editore religioso deve affrontare? Effatà come cerca di fronteggiarle?

Uno può avere delle belle idee e proporre dei buoni contenuti, ma l’editoria è fatta anche di distribuzione e con la forza di un grande editore, che magari possiede anche la propria catena di librerie, è veramente difficile competere. Anche il rapporto con gli autori non è sempre semplice: molte volte iniziano con noi un certo percorso editoriale ma poi, quando diventano più famosi, entrano nell’orbita d’interesse delle case editrici maggiori e decidono di proseguire lì all’ovvia ricerca di una visibilità maggiore.

In questi anni di crisi la scelta che abbiamo fatto è stata quella di curare particolarmente la comunicazione sui canali social, assumendo una persona che se ne occupasse in maniera specifica. Una strada che abbiamo potuto prendere velocemente grazie all’agilità che ci conferisce l’essere «piccoli». È altrettanto vero, poi, che la libreria non è più il luogo cardine della vendita: quelle fisiche, settoriali rispetto alla nostra produzione, continuano a tenere, ma il nostro sito e le librerie online sono i canali di vendita maggiormente in crescita negli ultimi anni.

Un’altra cosa che funziona bene è il coinvolgimento diretto dell’autore in attività come corsi, workshop e incontri che possono diventare facilmente un veicolo per la diffusione del libro e il raggiungimento di un bacino di utenza che magari non è quello specifico della casa editrice.

Cerchiamo di far sì che i titoli interagiscano con altri canali e altri strumenti di comunicazione: dalle presentazioni dell’autore alla creazione di contenuti peculiari per la rete. I nostri libri sono sempre parte di un universo composito: anche questa è una strategia funzionale a raggiungere il lettore là dove si trova, senza aspettare che entri in libreria.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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