Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Editori

Cos'è il «binge-reading»?

di E. Vergine notizia del 25 febbraio 2014

La corsa verso l’innovazione tecnologica e la necessità di competere con sempre nuove forme di intrattenimento e con diverse modalità di fruizione dei contenuti sta spingendo gli editori a guardare con crescente interesse a quanto accade nell’industria musicale e in quella di film e serie tv per cogliere nuovi spunti su cui riflettere.
Di questi ultimi mesi è la discussione sul cosiddetto «binge-reading» ovvero lettura compulsiva – per chi volesse saperne di più rimandiamo all’articolo uscito su Pagina99 – quella «fame» di storie che ben si applica alle serie di libri, siano esse saghe, trilogie, ecc., e che spinge i lettori a divorare un libro dopo l’altro.
Per sfruttare il binge-reading l’industria editoriale sta riducendo i tempi di uscita tra una novità e l’altra per offrire ai lettori la possibilità di soddisfare la loro sete di storie e assicurarsi acquisti multipli. Il caso più eclatante in questo senso è quello delle Sfumature i cui volumi sono usciti in tutto il mondo a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, da un lato per dare ai lettori la possibilità di placare in breve tempo la loro curiosità, dall’altro per cavalcare l’onda di popolarità di cui la trilogia di E. L. James godeva in quel momento.
Il «New York Times» cita altri numerosi esempi di libri usciti a pochi mesi l’uno dall’altro per non tenere troppo sulle spine i lettori. Fa riflettere quello di Annihilation, il primo capitolo della trilogia sci-fi di Jeff VanderMeer, il secondo capitolo Authority farà il suo ingresso nelle librerie a distanza di pochi mesi (l’uscita è fissata per maggio), mentre il terzo Acceptance verrà pubblicato in settembre. Sean McDonald, editor presso Farrar, Straus & Giroux – editore di VanderMeer – ha giustificato l’operazione spiegando che, il primo volume della trilogia, era ricco di domande senza risposta dunque il lettore che l’avesse acquistato poteva rimanere assai deluso e perplesso dal mancato finale se non avesse poi scoperto che il secondo capitolo (e quindi alcune delle risposte) era in procinto di arrivare sugli scaffali delle librerie.
Una riflessione di questo tipo – sconfortante per il ritratto di lettore che ne emerge – può tuttavia avere un suo perché nella necessità dell’editore di vendere di più e farlo in fretta. Meno chiaro a questo punto è il misterioso fenomeno innescatosi con Harry Potter: la saga ha spinto folle di lettori (molti dei quali prima di immergersi nel mondo del maghetto non avevano quasi mai letto un libro) a passare le notti fuori dalle librerie per aggiudicarsi le prime copie di quel volume che avevano atteso per un anno intero.
Un discorso diverso vale per Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martins: l’autore ha fatto passare da uno a sei anni tra un romanzo e l’altro – nessuno dei quali ha un formato «abbordabile» (talora superano le 1.000 pagine motivo per cui Mondadori in Italia ha scelto di dividere ogni nuova uscita in più parti) – e il timore di molti è di non arrivare a leggere mai il finale, motivo per cui c’è chi aspetta che la saga si concluda per accostarsi alla lettura del primo libro.
Un commento che sfocia nell’ovvio è che di fronte ad un’opera di qualità non c’è timore che tenga: molti degli «scettici» di Martins lo sono per via della piega da «Armageddon» che ha preso la saga e che ha dato origine a un vero e proprio filone ironico in rete e non solo
Proprio volendo paragonare il mondo dell’editoria, con le sue serie, a quello delle altre industrie culturali non si può non citare Breaking Bad, la pluripremiata opera televisiva di Vince Gilligan andata in onda per la prima volta negli Usa nel 2008 e terminata nel 2013. In sei anni sono state trasmesse cinque stagioni seguite da fan fedelissimi che, per tutti e sei quegli anni, hanno gioito e sofferto insieme al protagonista, il professore di chimica, Walter White. Terminata la serie televisiva per molti è stata poi una questione di binge-watching, ma è un fenomeno nell’ordine delle cose: che si tratti di early adopters o di laggards l’impulso al consumo continuativo di un prodotto deriva sempre dalla corrispondenza tra le aspettative di ciascuno di noi con le reali caratteristiche di quel prodotto, con la sua capacità o meno di soddisfare i nostri bisogni. Una buona strategia di comunicazione, una corretta pianificazione delle uscite possono contribuire a gonfiare (e in fretta) i fatturati degli editori, ma la pubblicazione di un’opera valida è un’operazione che paga, sempre.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.