
L'hanno soprannominato «
il festival dei topi di bilioteca» per i tanti film tratti da libri in gara. E quest'anno a Cannes potrebbe infrangersi la maledizione che vede da anni le pellicole tratte da libri rimane a bocca asciutta.
Nel nuovo millennio, infatti, è successo soltanto due volte: nel 2002 con
Il pianista di Roman Polanski, tratto dal romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman, e nel 2008 con
La classe di Laurent Cantet, tratto dal romanzo-verità
Entre les murs di François Bégaudeau.
Quest’anno, però, la rosa di film presentata al festival è molto diversa.
Gli occhi, naturalmente, sono tutti puntati sul rifacimento per le sale di
On the Road, diretto dal brasiliano Walter Salles,
prodotto da Coppola e tratto dall’omonimo romanzo di formazione e travelogue di Jack Kerouac. In tanti avevano cercato di produrre la pellicola, sin dai primi anni dall’uscita del libro (
lo stesso Kerouac sognava di avere Marlon Brando a recitare la parte di Sal Paradise, controfigura dell’autore): tra i tanti citiamo Jean Luc Godard e Gus Van Sant. Soltanto un paio di anni fa, però, è stata confermata la notizia che la produzione franco-brasiliana era cominciata. Il film è stato presentato mercoledì, e
le recensioni non sono unanimi: in molti hanno criticato al regista, già molto apprezzato per i suoi
Diari della motocicletta e
Central do Brasil, il fatto di non aver mantenuto nel film il nervosismo della scrittura del libro, che riproduce l’impossibilità dei due protagonisti (Paradise, appunto, e Dean Moriarty, alias Neal Cassidy) di restare ancorati ad un qualsiasi luogo. Tuttavia sembra essere stata
all’altezza del nome del regista la rappresentazione degli infiniti spazi americani, così centrali nella narrativa di Kerouac. Gli spettatori italiani dovranno attendere ottobre per dare un proprio giudizio, quando il film verrà distribuito nelle sale da Medusa.
Altro film che sta attirando le attenzioni su di sé è
Cosmopolis di David Cronenberg, tratto dal romanzo uscito nel 2003 di Don DeLillo. Altre pellicole tratte da libri in gara sono
Paperboy per la regia di Lee Daniels e con Nicole Kidman, tratto dall’omonimo libro di Pete Dexter ambientato nel profondo sud statunitense;
Lawless, un western basato sul libro di Matt Bondurant, per la regia di John Hillcoat e con Shia LaBeouf; e
Rust and bone, di Jacques Audiard, tratto dai racconti di Craig Davidson.
Secondo alcuni «puristi» del cinema, i film tratti da opere letterarie sarebbero «figli di un dio minore», proprio perché la materia è già esistente e la genialità del regista ha meno possibilità di esprimersi. In questi tempi di crisi, però,
i produttori finanziano volentieri questo genere di opere, grazie alla en
sicurezza fornita da un pubblico affezionato pre-esistente. Noi, da parte nostra, non possiamo che essere contenti di questa congiuntura, perché di solito
l’uscita di un film riporta nelle posizioni alte delle classifiche il relativo libro,
come si è già visto per la stagione degli Oscar.