È iniziata la fase beta di Bilbary, il nuovo, chiacchierato sito ideato da Tim Coates, ex Waterstone, per la vendita e il lending degli e-book.
Accedendo al sito non si trova però (per ora) alcuna traccia di e-book rentals ma si ha davanti un altro e-bookstore (per Stati Uniti, Regno Unito e Australia) con oltre 320.000 titoli di 2.300 diversi editori. Nei prossimi mesi saranno aggiunti circa 100.000 titoli da agency publishers e 150.000 e-book da editori al di fuori degli Stati Uniti, oltre a 80.000 titoli self-published e fuori catalogo. Gli e-book saranno disponibili in ePub e potranno essere fruiti tramite un app di lettura al momento in via di sviluppo.
Bilbary si presenta ai nastri di partenza con un carnet di tutto rispetto (7 dei Big 8 hanno già trovato l’accordo): come è possibile? Facile, grazie agli analytics.
Bilbary condividerà con gli editori i dati sugli utenti: dal numero di pagine lette a dettagli più complessi. Per quanto riguarda il lending (tema di scottante attualità anche se non particolarmente gradito agli editori, soprattutto trade) sarà riservato soprattutto a titoli accademici.
«Gli editori trade al momento non sono interessati al prestito. C’è stata una grossa crescita nelle vendite quest’anno e nessuno vuole comprometterla. Pensiamo però che ci sia margine per il lending e uno spazio per sperimentare». Coates spera di poter incoraggiare le vendite di e-book offrendo prezzi flessibili e, allo stesso tempo, differenti opzioni di prestito. Che sia questo il modello da seguire?