Con l’entrata in vigore, il 28 giugno 2025, dell’European Accessibility Act (EAA), anche il settore editoriale è chiamato a rispettare nuovi obblighi in materia di accessibilità. L’obiettivo dell’EAA è quello di garantire a tutte le persone, comprese quelle con disabilità, pari accesso a prodotti e servizi: tra questi, rientrano gli e-book, i lettori digitali, gli e-commerce e i sistemi di distribuzione di contenuti editoriali. Gli editori europei – e italiani – sono ora tenuti a pubblicare contenuti digitali accessibili e a renderli fruibili tramite canali di vendita e ambienti digitali progettati secondo criteri di accessibilità.
Il quadro che si delinea oggi non sarebbe stato possibile senza il lavoro paziente, competente e costante di Fondazione LIA, che in questi anni ha contribuito
assieme ai suoi soci alla costruzione di un catalogo di oltre
38.000 ebook accessibili, ha collaborato con le case editrici per sviluppare soluzioni anche per contenuti complessi (come testi scolastici o accademici), ha contribuito a definire gli standard internazionali partecipando ai tavoli tecnici del
W3C, del
Daisy Consortium e di
EDRLab, ha promosso
formazione, consulenze e progetti internazionali (come
Aldus Up e
APACE), fornendo a decine di editori, fornitori, distributori in Italia e all’estero gli strumenti per muoversi in un ambito che richiede competenze specifiche e aggiornamenti continui.
Che cos’è l’European Accessibility Act e perché riguarda anche l’editoria
Ma torniamo al quadro generale. Domani entra in vigore il decreto legislativo n. 82/2022, che recepisce in Italia l’European Accessibility Act, imponendo a molti operatori economici – tra cui gli editori – nuovi obblighi in materia di accessibilità digitale. L’obiettivo, come dicevamo, è garantire che prodotti e servizi siano fruibili anche da persone con disabilità,in un’ottica di inclusione e pari opportunità. In questo quadro, il libro digitale è considerato un servizio soggetto a regole specifiche.
Gli obblighi previsti coinvolgono non solo gli editori, ma l’intera filiera: distributori, siti di e-commerce, piattaforme e soluzioni di lettura sia hardware che software. Gli editori, in particolare, dovranno garantire l’accessibilità di tutti gli ebook, dotarli di metadati informativi, assicurare l’accessibilità delle impostazioni grafiche e dell’interazione con i DRM. In alcuni casi sarà possibile invocare l’eccezione dell’«onere sproporzionato», ma soltanto se debitamente motivata secondo criteri rigorosi, documentati e conservati.
European Accessibility Summer School e buone pratiche italiane
La consapevolezza dell’importanza dell’accessibilità è oggi molto più diffusa rispetto al passato. Grazie al lavoro di Fondazione LIA e al coinvolgimento attivo di editori soci di varia dimensione e specializzazione, l’accessibilità ha progressivamente smesso di essere un tema di nicchia per diventare un elemento strutturale nella produzione editoriale.
Intanto l’editoria italiana si è mossa su più fronti, implementando l’accessibilità non solo nella produzione di narrativa e saggistica, ma anche nei testi scolastici, universitari e professionali. Al tempo stesso, editori e distributori stanno lavorando per rendere accessibili i siti web, gli e-commerce, le app e i sistemi di lettura digitale. È un percorso tutt’altro che semplice, che richiede grandi investimenti economici, in informazione, risorse professionali, competenze tecniche, aggiornamenti tecnologici e un cambio di mentalità a ogni livello.
Un elemento chiave del processo è valorizzare gli sforzi compiuti in funzione dell’utente finale, con l’utilizzo, ad esempio, dei metadati di accessibilità nei cataloghi e negli store online. Solo così le persone cieche o ipovedenti potranno sapere in anticipo se un titolo sarà fruibile con gli strumenti assistivi che utilizzano.
Le voci del settore
Per il Gruppo Feltrinelli è da sempre grande l’attenzione posta all’accessibilità dei contenuti digitali. «Ad oggi, la maggior parte della produzione ebook è conforme alle linee guida internazionali» ci raccontano. «In collaborazione con Fondazione LIA, Feltrinelli ha avviato un percorso di revisione dei flussi editoriali, aggiornando i processi di produzione di ebook accessibili, in grado di gestire correttamente titoli, immagini, tabelle, note e box. Anche editori specializzati in pubblicazioni complesse di saggistica e manualistica tecnica e divulgativa, come Apogeo e Gribaudo, sono stati coinvolti in questo percorso evolutivo, culminato nell’aprile 2025 con la pubblicazione dei primi EPUB3 conformi alle specifiche EPUB Accessibility 1.1».
Una posizione condivisa dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol: «In GeMS abbiamo sempre creduto nell'importanza dell'accessibilità» spiega il presidente e amministratore delegato Stefano Mauri. «Siamo stati attenti a pubblicizzare nei decenni l’attività a favore di ipovedenti e non vedenti della biblioteca Regina Margherita e come soci di Fondazione LIA fin dalla fondazione, nel 2014, abbiamo già reso accessibile gran parte del nostro catalogo ebook, anticipando quello che oggi diventa un obbligo di legge. La tecnologia digitale ci ha permesso di democratizzare sempre più l'accesso alla lettura, e siamo orgogliosi di aver contribuito a costruire un ecosistema editoriale più inclusivo».
L'impegno delle case editrici trade e di scolastica del Gruppo Mondadori per l’accessibilità dei contenuti si inserisce invece nell’ambito delle attività del Piano triennale di Sostenibilità della società. Filippo Guglielmone, direttore generale operativo trade, racconta come dal 2012 le case editrici trade del Gruppo collaborino con Fondazione LIA per rendere accessibili le proprie pubblicazioni a persone non vedenti e ipovedenti. «Questo percorso – continua Guglielmone – ha visto un impegno costante e progressivo per migliorare la qualità e l’usabilità degli ebook a beneficio di tutti i lettori. In vista dell’European Accessibility Act, abbiamo rafforzato ulteriormente le nostre linee guida per implementare l'offerta e comunicare in modo chiaro il livello di accessibilità dei titoli, sempre in stretta collaborazione con Fondazione LIA».
«Il nostro viaggio verso l’accessibilità nasce dall'impegno pluriennale delle case editrici di scolastica del Gruppo Mondadori su più fronti della sostenibilità e dell’inclusione» aggiunge Gian Luca Pulvirenti, presidente esecutivo di Mondadori Education. «L'accessibilità non è solo un requisito tecnico, ma un valore centrale nell’ambito educativo. Rendere accessibili i contenuti educativi – per loro natura particolarmente complessi – è stata una sfida ambiziosa, che abbiamo accolto come un’opportunità di crescita e innovazione per le nostre case editrici di scolastica. L’adeguamento agli standard dello European Accessibility Act ha richiesto un ripensamento profondo dei nostri processi, spingendoci a investire in nuove tecnologie e a modernizzare l’intera filiera produttiva, con un forte impatto sullo sviluppo di nuove competenze interne ed esterne, attraverso un processo di upskilling e reskilling a beneficio di tutto il settore».
Zanichelli ha scelto di intervenire sull’accessibilità lungo tutta la filiera del libro digitale. «Abbiamo lavorato per rendere accessibile l’intero ecosistema: dagli ebook in formato reflowable, al lettore laZ Ebook, fino alla dashboard myZanichelli» spiega la direttrice generale Irene Enriques. «Anche il sito Zanichelli.it e lo shop online, che saranno rilasciati il 7 luglio, sono stati adeguati ai criteri di accessibilità. Il processo è stato ulteriormente automatizzato grazie all’uso dell’IA per la generazione degli alt-text e per il controllo dell’accessibilità. In collaborazione con Fondazione LIA stiamo inoltre completando tutte le dichiarazioni di accessibilità. L’obiettivo è ottimizzare ulteriormente il processo, contenendo i costi e garantendo ebook sempre più accessibili».
Anche il Gruppo Editoriale La Scuola ha messo al centro dei nuovi progetti 2025 il tema dell’accessibilità. «La formazione del personale e l’audit del sito web rappresentano passi concreti verso un’offerta editoriale sempre più inclusiva» sottolinea la direttrice editoriale Isabella Araldi, «con l’obiettivo di garantire la migliore esperienza di apprendimento possibile, senza barriere».
Un approccio adottato anche da realtà storicamente impegnate sul fronte dell’inclusione come Edizioni Erickson. «Crediamo che sia un diritto di ciascuna persona avere accesso completo e inclusivo alle risorse informative e formative» dichiara il presidente Giorgio Dossi. «Per questo motivo siamo da anni impegnati sull’accessibilità di editoria cartacea e digitale, software, strumenti didattici e contenuti multimediali. Abbiamo già avviato vari audit per identificare e correggere gli ostacoli alla fruibilità secondo i criteri WCAG 2.1 AA. Il nostro obiettivo è trasformare il sito e tutte le risorse digitali in strumenti realmente accessibili, integrando anche tecnologie come sottotitoli e audio-descrizioni. Non si tratta solo di un obbligo, ma di una scelta valoriale e strategica».
Anche Sanoma Italia, con una lunga esperienza nel digitale scolastico, ha intensificato negli ultimi tempi il proprio impegno. «Con Fondazione LIA abbiamo avviato un percorso di analisi e miglioramento dei nostri prodotti digitali per garantire la conformità alla normativa europea», spiega Francesca Avanzini del learning technology department. «Questa tappa si inserisce in un cammino iniziato quasi dieci anni fa con il lancio di Libro Liquido e proseguito con l’adattamento delle piattaforme alle diverse esigenze di lettura. L’accessibilità resta uno dei fondamenti della nostra cultura aziendale, e stiamo lavorando per rendere l’accesso agli strumenti di personalizzazione ancora più integrato e fluido».
Un impegno condiviso anche da il Mulino, che ha investito per offrire ambienti digitali universitari inclusivi. «Andando oltre la mera conformità legislativa» afferma l’amministratore delegato Andrea Angiolini «ci impegniamo per eliminare le barriere e garantire pari opportunità nello studio. In questo percorso, auspichiamo anche un sostegno concreto da parte delle istituzioni agli editori, che al momento stanno affrontando in autonomia gli oneri della transizione».
«La Legge 17 ha costituito un vero e proprio spartiacque» dichiara Claudia Napolitano, coordinatrice del polo editoriale dell'Università di Pisa. «Ora gli atenei italiani sono tenuti ad adottare un approccio di tipo sistematico in materia di integrazione e supporto agli studenti con disabilità. Basti ricordare che nel 2000, quindi pochi mesi dopo l’approvazione della Legge 17, gli studenti con un’invalidità superiore al 66% presenti nel sistema universitario nazionale erano appena 4.000. Già dieci anni dopo, nel 2010, erano 15.000. Oggi, solo all’Università di Pisa, sono immatricolati più di 900 studenti che rientrano in tale percentuale». In un simile contesto, continua Napolitano, Pisa University Press, la casa editrice dell’Università di Pisa, «si è impegnata nell’attuazione di un ambizioso progetto che mira a rendere fruibile in formato accessibile il proprio Catalogo Editoriale. Si tratta di un processo lungo e laborioso che ha comportato anche un lungo e delicato percorso di formazione non solo del personale del Polo Editoriale ma anche dell’intero corpo docente».
In molti casi la sensibilità al tema si è radicata proprio grazie al lavoro di Fondazione LIA, che ha accompagnato numerosi editori in un percorso di consapevolezza e trasformazione. «Grazie alla visione e all'impegno di Cristina Mussinelli, che fin dalla nascita di Fondazione LIA ha coinvolto Iperborea, sensibilizzandoci al tema dell’accessibilità, da molto tempo la quasi totalità delle novità della casa editrice è ottimizzata per la lettura delle persone non vedenti e ipovedenti» sottolinea l’editore Pietro Biancardi. «Stesso lavoro abbiamo avviato da alcuni anni per aggiornare i titoli più importanti del catalogo, con l'obiettivo di avere l'intera produzione accessibile».
Anche Ediciclo, pur essendo una microimpresa e quindi non soggetta direttamente agli obblighi dell’EAA, ha scelto volontariamente di intraprendere questo percorso. «Abbiamo ritenuto giusto e doveroso rendere accessibile almeno una parte del nostro catalogo a persone con disabilità visive», spiega Vittorio Anastasia, amministratore unico della casa editrice. «Un piccolo impegno culturale e di civiltà».
È una posizione condivisa da Paolo Pellegrino, co-fondatore di Effatà Editrice: «Come piccolo editore, pur non essendo obbligati dalla legge, abbiamo scelto da quasi dieci anni di aderire a Fondazione LIA rendendo accessibili i nostri ebook. La nostra sensibilità ci ha spinti a investire nelle tecnologie necessarie perché crediamo che la cultura debba essere un diritto universale. L'accessibilità è un valore che caratterizza il nostro modo di fare editoria».
Per Edizioni Sonda, l’accessibilità è una sfida culturale. «Ora l’obbligatorietà sancisce una maturazione culturale che si è sviluppata in anni di esperienza» riflette l’editore Antonio Monaco. «I bisogni di una parte della popolazione sono diventati una soglia di qualità tecnologica ed etica. Continueremo a rendere sempre più accessibili le nostre proposte, dalle scelte linguistiche a quelle tecnologiche e distributive».
L’attenzione all’accessibilità non riguarda solo i contenuti, ma anche le piattaforme e gli strumenti di lettura. Ne è un esempio Casalini Libri, attiva nel settore dei servizi bibliografici per biblioteche, che ha integrato l’accessibilità nei propri piani aziendali. «Dopo la certificazione del sito Torrossa, ci siamo concentrati sullo sviluppo del Torrossa Reader, che offre strumenti di supporto alla lettura» spiega Michele Casalini, amministratore delegato. «Nel 2025 siamo anche diventati soci di Fondazione LIA. Il nostro obiettivo è duplice: contribuire alla costruzione di una filiera distributiva inclusiva e operare insieme agli editori per un ecosistema virtuoso fin dalla produzione. In quest’ottica, stiamo lavorando con Fondazione LIA all’interoperabilità dei metadati di accessibilità di ciascun titolo certificato».
«Come piattaforma di biblioteca digitale che costituisce – per alcune forme di disabilità – l’unica relazione possibile tra biblioteche pubbliche, scolastiche e utenti finali, MLOL lavora da almeno 10 anni sul tema dell’accessibilità e da qualche anno si prepara (anche con l’aiuto di Fondazione LIA) all’entrata in vigore dell’EAA» racconta Giulio Blasi, amministratore delegato di Horizons Unlimited. «A inizio 2026 MLOL rilascerà inoltre una nuova versione completamente rivista della UX/UI della piattaforma (frontend/backend/app) e anche in questa nuova release saremo pienamente compliant».
L’accessibilità come prospettiva: molto è stato fatto, ma tanto resta da fare
L’entrata in vigore dell’European Accessibility Act rappresenta una tappa fondamentale per l’editoria europea e italiana. È il risultato di anni di lavoro, di sperimentazione, di formazione e collaborazione tra soggetti diversi. Ma è soprattutto la tappa nodale di un processo di trasformazione profonda, che richiederà nuove competenze, aggiornamenti costanti, attenzione ai cambiamenti tecnologici e alle esigenze delle persone.
«Il lavoro fatto finora ha permesso all’editoria italiana di compiere un salto culturale importante» afferma Cristina Mussinelli, segretario generale di Fondazione LIA. «Gli editori stanno lavorando con impegno, ma il contesto operativo disegnato dalle norme, in molti Paesi europei, non è ancora del tutto definito e questo apre la strada a incertezze che è determinante fugare. Da parte nostra, l’impegno continuerà a essere rivolto agli editori e alle loro esigenze, alla formazione culturale e professionale sull’accessibilità, all’interazione funzionale con l’intera filiera dei contenuti e all’interlocuzione con le istituzioni. Abbiamo posto ottime basi, la sfida vera comincia ora».