Il 22 maggio del 2014 l’Associazione Italiana Editori dava vita a Fondazione LIA, organizzazione non profit per promuovere la cultura dell’accessibilità nel campo editoriale cui successivamente avrebbe aderito anche l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI).
Fondazione LIA nasceva con l’obiettivo di permettere a tutte le persone con disabilità visiva o difficoltà di lettura di scegliere come, quando e cosa leggere, favorendone così l’integrazione sociale e la partecipazione attiva al mondo della cultura, della scuola e del lavoro. Nasceva dall’Associazione Italiana Editori perché in loro, negli editori, cercava i partner irrinunciabili per questa missione: li avrebbe trovati. Così come avrebbe trovato, nel tempo, una squadra di persone appassionate, innovatrici e competenti per dar sostanza al progetto.
Dieci anni dopo, la Fondazione continua a portare avanti la sua missione e lo fa sempre più in un’ottica transnazionale, diffondendo in Europa e nel mondo il suo approccio sistemico all’accessibilità. La sua profonda conoscenza degli attori e delle dinamiche dell’industria dei contenuti le ha permesso, infatti, di guardare oltre il libro, lavorare per la creazione di un intero ecosistema editoriale accessibile: coinvolgendo le piattaforme di distribuzione e quelle di prestito bibliotecario, fornendo le informazioni sui testi accessibili al Catalogo degli e-book italiani in commercio gestito da IE-Informazioni Editoriali.
«L’idea è nata in AIE nel 2011 con il Progetto LIA, che si poneva l’obiettivo di creare il primo catalogo di libri digitali nativamente accessibili e disponibili nei tradizionali canali distributivi» racconta il segretario generale della Fondazione Cristina Mussinelli. «Nel 2014, per raccoglierne l’eredità e garantirne la continuità nel tempo, AIE costituì poi Fondazione LIA, di cui UICI entrò a far parte come membro istituzionale nel 2017. Nel 2019 si sono aggiunte la Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita di Monza e l’Associazione Italiana Dislessia».
Nel tempo Fondazione LIA ha ampliato molto la sua attività, occupandosi di accessibilità digitale a tutto tondo: dalle pubblicazioni, anche quelle più complesse come i testi universitari e scolastici, ai siti web, fino alle piattaforme. E se è vero che il suo catalogo di libri accessibili raccoglie attualmente oltre 35 mila titoli certificati, il suo impatto non si esaurisce in quest’offerta.
«Da un lato, lavoriamo a fianco delle istituzioni e di tutta la filiera editoriale per permettere alle persone con disabilità visiva di avere pieno accesso alla produzione libraria, con la stessa qualità di lettura e possibilità di scegliere tra le novità editoriali che hanno tutti i lettori». Dall’altro, continua Mussinelli, LIA ha all’attivo diverse collaborazioni – sia in Italia sia a livello internazionale – e si occupa di erogare servizi e formazione anche a grandi aziende e istituzioni. «Quello che facciamo è affiancare le realtà che vogliono mettere al centro della loro progettazione le persone, tutte le persone. Le supportiamo nella creazione di ecosistemi digitali che risultino accessibili a quanti più utenti possibile». Senza dimenticare l’attività fondamentale di ricerca, sviluppo e sperimentazione della Fondazione, alla base di progetti di networking come ABE Lab o APACE.
«Credo però che il risultato più importante raggiunto in questi primi, incessanti dieci anni di lavoro – continua Mussinelli – sia quello di aver reso l’accessibilità prima un tema e poi una priorità per l’industria editoriale. Non solo italiana, ma europea e globale». Dieci anni fa la missione di Fondazione LIA era già chiara, «ma il nostro modus operandi non poteva che essere pionieristico e laboratoriale. Dieci anni dopo possiamo dire di aver reso l’accessibilità un approccio, una rete, un sistema di cui Fondazione LIA è universalmente riconosciuta come punto di riferimento, con un ruolo attivo e conclamato all’interno delle principali organizzazioni che definiscono gli standard per le pubblicazioni digitali, per il web e per l’accessibilità».
Impegni per i prossimi dieci anni? Allargare il numero degli editori interessati a far parte del catalogo LIA e continuare a esplorare le potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica nel campo dell’accessibilità «Per esempio quest’anno abbiamo avviato, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, un dottorato di ricerca che si concentra sull’utilizzo dell’IA generativa per il creazione delle descrizioni alternative delle immagini e per altre funzioni di accessibilità applicabili ai contenuti editoriali».
«Lavorare all’accessibilità significa lavorare a un miglioramento complessivo dell’esperienza di tutte e tutti» conclude Mussinelli. «È una partita che si gioca insieme e si vince insieme: case editrici, persone lettrici, associazioni, aziende, istituzioni, corpo sociale. È un impegno, un valore, un’utilità che ci coinvolge tutti e che tutti ripaga. Come Fondazione LIA, con il costante supporto di AIE, vorremmo che il nostro impegno guidasse quest’avventura fino al raggiungimento dell’obiettivo che dieci anni fa ci ha messi in moto: rendere il mondo un posto un po’ più comodo, più accogliente, accessibile – per l’appunto – a un numero sempre crescente di persone».
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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