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Ottobre 2006

digitalDevice
Ottobre 2006
Fascicolo digitale

La rivista

3 X 30
di intervista con Enzo Peruccio (EDT), Redazione
 
Abstract
Nell’ottobre di quest’anno EDT festeggia il suo trentennale. Era il 1976, quando la casa editrice torinese incominciò la sua avventura editoriale con la pubblicazione del libro L’età di Bach e di Haendel, di Alberto Basso, quinto titolo di una imponente Storia della musica in 12 volumi, che ancora oggi rimane il testo di riferimento per la musicologia italiana. A trent’anni di distanza, EDT non solo si è affermata nel panorama editoriale italiano come editore di riferimento nell’ambito della saggistica musicale e degli studi musicologici, ma ha ampliato e affermato con successo la sua attività anche nel settore dei viaggi, grazie alla pubblicazione delle ormai celebratissime guide Lonely Planet, considerate una vera e propria «bibbia» per il viaggiatore italiano. Un successo editoriale (concretizzato in una partnership con l’editore australiano) che ha permesso alla casa editrice di costruire negli anni un ricchissimo e variegato catalogo (non solo guide, ma anche letteratura di viaggio, album fotografici, frasari, carnet dei viaggio, ecc.), completato recentemente da una nuovissima collana di libri per bambini dal titolo Milly, Molly. Abbiamo ripercorso le tappe di questo successo con l’editore, Enzo Peruccio.
Alla ricerca dell'immagine perduta
di Redazione
 
Abstract
In questo contesto abbiamo coinvolto i diversi attori della filiera di questo segmento: i musei, promotori di strategie nazionali e internazionali di digitalizzazione; gli archivi iconografici, aggregatori e mediatori indispensabili e gli editori d'arte, in quanto utilizzatori finali di tali «servizi», con l'obiettivo di disegnare un quadro quanto più completo possibile dello scenario, in termini di opportunità e minacce «editoriali», dell'editoria d'arte del terzo millennio. Cominciamo con gli editori: Federico Motta; White Star; Skira.
Beni culturali, comunicazione in rete, editoria
di Giovanni Rangone e Emiliano Ilardi
 
Abstract
Mentre a livello mondiale il 60% delle immagini acquistate da editori di quotidiani o periodici è ormai ricercato, reperito, selezionato acquistato e scaricato on line dalle picture library di agenzie fotografiche, archivi, biblioteche di immagini, e mentre l’uso strategico della rete come infrastruttura per il turismo culturale è ormai essenziale per fare promozione, creare database, consorziarsi, riorganizzando il ciclo di produzione, in particolare per la piccola impresa editoriale o dei servizi editoriali e di comunicazione, il meridione italiano – con la sua enorme mole di beni culturali – parte quasi da zero.
Contenuti digitali per la didattica: arrivano i LO
di Cristina Mussinelli
 
Abstract
Il progetto, molto articolato, prevede innanzitutto la creazione di un marketplace virtuale organizzato secondo le regole Consip in cui da un lato i fornitori di contenuti che si siano accreditati tramite un processo di selezione, offriranno i loro prodotti e dall’altro i docenti potranno selezionare quelli che secondo loro meglio rispondono alle esigenze didattiche sia delle singole classi ma anche dei singoli studenti. I Learning Object saranno catalogati secondo lo standard internazionale LOM e utilizzeranno come identificativo il DOI (Digital Object Identifier).
Dino Buzzati: è festa anche in posta
di Fabio Bonacina
 
Abstract
Per cortesia, non parliamo delle somiglianze con Franz Kafka. «È dal 1940 – conferma la moglie di Dino Buzzati, Almerina, in questa intervista al «Giornale della libreria»- che la storia prosegue». Tanto che lo stesso Buzzati, il 31 marzo 1965 scrisse sul «Corriere della sera»: «Da quando ho incominciato a scrivere, Kafka è stato la mia croce. Non c’è stato mio racconto, romanzo, commedia dove qualcuno non ravvisasse somiglianze, derivazioni, imitazioni o addirittura sfrontati plagi a spese dello scrittore boemo. Alcuni critici denunciavano colpevoli analogie con Kafka anche quando spedivo un telegramma o compilavo il modulo Vanoni». Ma ora il dibatto si rianima, complici le numerose iniziative che si stanno svolgendo nel centenario della nascita.
Grandi patrimoni, piccoli business
di Redazione
 
Abstract
Nel mercato delle immagini digitali il paradosso di un Paese dall’enorme patrimonio artistico che genera piccoli fatturati raggiunge il culmine della sua assurdità; nonostante ci siano attori sul mercato attivi e «agguerriti» che necessitano però di un sistema Paese che consenta loro di competere ad armi pari con gli altri grandi player stranieri: Alinari; Scala Group.
Il settore ragazzi nelle librerie on line
di Massimo Gentili
 
Abstract
Il settore ragazzi su Ibs non dà però ancora risultati in linea con la quota di mercato che si registra nelle librerie: siamo esattamente alla metà, il 4,8% nel 2005 contro il 9,7% nazionale. È un dato comunque in crescita (nei primi quattro mesi del 2006 siamo al 6,1%, con 24.000 copie vendute contro le 48.000 dell’intero 2005) ma risente dell’inclinazione consolidata a cercare su Ibs il «libro mestiere» piuttosto che il «libro svago»; più saggistica che narrativa.
L'arte per l'arte
di Redazione
 
Abstract
Umberto Allemandi festeggia nel 2006 il suo mezzo secolo di attività editoriale, svolta prima per altri, poi attraverso una sua casa editrice dal 1982; editore specialmente d’arte o delle arti, è l’editore anche del «Giornale dell’arte» diventato un punto di riferimento per i professionisti in Italia e all’estero.
Lo stato dell'editoria d'arte
di Giovanni Peresson
 
Abstract
«Abbiamo gli Uffizi. Basta aprirvi accanto un bookshop». In buona sostanza è in questa affermazione che potremmo riassumere quella che è stata in quasi un quarto di secolo(!)il rapporto tra editoria e soggetti istituzionali preposti alla conservazione, tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale del nostro Paese.
Non i soliti italiani all'estero
di Paola Seghi
 
Abstract
Gli interventi finalizzati all’internazionalizzazione hanno coinvolto in maggioranza le piccole e medie case editrici, in un’ottica, utilizzando un’espressione mutuata da altro contesto, di pari opportunità. La partecipazione alle fiere internazionali attraverso l’organizzazione di un Punto Italia o di uno stand collettivo, ad esempio, ha consentito negli anni e continua a consentire anche agli editori di piccole dimensioni di esplorare ed essere presenti su mercati europei importanti, come nel caso delle fiere di Londra, Francoforte o della Book Expo America o dell’Acftl, ma anche su mercati meno conosciuti, come quelli dell’est europeo (Budapest e Varsavia) e quest’anno della Cina.
Per risolvere eterni problemi
di Laura Novati
 
Abstract
Passando un bel portoncino di via Quintino Sella, a ridosso di Foro Bonaparte a Milano, si arriva agli uffici di GeAmco, una società per le gestioni amministrative e contabili recita la sigla sciolta. Nata circa una ventina di anni fa, precisamente nel 1981, per l’ostinazione e la dedizione di Ida Elli, che ne è tuttora alla guida, la società ha via via sviluppato i propri programmi e servizi e si pone oggi, probabilmente, come la struttura più avanzata al servizio delle case editrici, per intervenire là dove c’è più bisogno. Non nel piano editoriale, il settore sempre più fervido di una casa editrice specialmente piccola, ma garantendo agli amministratori quegli strumenti indispensabili per consentire di coniugare l’economico al finanziario, la produzione e la distribuzione con la redditività.
Politiche industriali per il settore del libro
di Giovanni Peresson
 
Abstract
Efficaci politiche industriali per il settore non possono non cercare di favorire al massimo grado politiche di collaborazione tra le imprese, talvolta nel seno dell’Associazione, talvolta autonomamente. In questa direzione – oltre ad attività e iniziative condotte tra le imprese – si sono sviluppate negli ultimi anni all’interno di Aie (o comunque con un suo ruolo attivo) un insieme di attività che hanno esemplarmente riguardato lo sviluppo di servizi pre-competitivi e la gestione aperta e non discriminatoria di standard tecnologici. Ciò ha consentito di sviluppare nuovi servizi aprendo opportunità competitive a più operatori.
Tecnologie oltre i confini del libro
di Paola Mazzucchi
 
Abstract
Per gli editori potrebbe essere un vantaggio competitivo - e in ogni caso la chance di non essere esclusi da un mercato, quale quello dei contenuti digitali al cui interno operano soggetti economicamente e tecnologicamente molto forti - fare parte degli early adopter di standard e tecnologie che possono essere adottate anche da altri comparti e anzi che è nell’interesse degli editori lo siano. Soprattutto quando l’adozione di tali standard e tecnologie non pongono particolari barriere all’ingresso e sono dunque accessibili anche a quel tessuto di piccole case editrici che caratterizza il nostro mercato editoriale.
Un manifesto per le politiche del libro
di Che cosa chiedono gli editori alla XV legislatura: Lettura e sviluppo economico; Politica industrial
 
Abstract
L’industria dei contenuti è un settore chiave in tutti i Paesi avanzati: rappresenta il 5% del PIL in Europa, e registra i maggiori tassi di sviluppo in termini di valore aggiunto prodotto e di occupazione. Al suo interno l’industria del libro ha la quota di mercato più alta sulle spese dei consumatori, e ha un ruolo moltiplicativo sugli altri segmenti produttivi. Il nostro è un settore sempre più complesso, i cui confini non sono più definiti dal «libro» come prodotto fisico, ma dal suo contenuto culturale, che oggi può essere veicolato anche attraverso altri mezzi. Gli editori producono libri ma anche risorse elettroniche (scientifiche, educative, di intrattenimento), learning object, banche dati professionali, ecc. Continuiamo a parlare di «libro», quindi, avendo però in mente un’accezione molto più ampia. Il ruolo dell’industria del libro nella crescita culturale è da tutti riconosciuto, ma ciò ha spesso oscurato la sua funzione economica. Nuovi studi dimostrano come i tassi di lettura influenzino direttamente lo sviluppo economico di lungo periodo. Il che è persino ovvio, se si condivide l’idea che nei Paesi avanzati la crescita dipende dalla qualità del capitale umano. Una politica del libro è dunque necessaria. Ma la sua definizione è esercizio complesso, perché deve considerare in un contesto unitario fattori molteplici: l’immaterialità dei contenuti e la materialità dei prodotti; le molteplici funzioni d’uso dei libri – svago, informazione, approfondimento, educazione, aggiornamento professionale, ecc. –; le esigenze di innovazione tecnologica ed editoriale, e così via. Abbiamo ritenuto utile cercare di fare un punto, proponendo linee strategiche e coerenti a partire da una corretta analisi delle condizioni strutturali di partenza. Le proponiamo ai diversi interlocutori politici che vorranno ascoltarle, nella consapevolezza della necessaria complementarità delle competenze ma anche dei rischi della sovrapposizione tra componenti diversi del Governo (la Cultura, lo Sviluppo Economico, Il Commercio estero, la Politica estera, l’Istruzione, l’Università e ricerca, l’Innovazione, ecc.), delle Regioni e degli Enti locali, così come della Commissione europea. Ma abbiamo voluto proporle innanzi tutto a noi stessi, perché il nostro discorso è in primis fondato su un’assunzione di responsabilità, sull’orgogliosa rivendicazione del nostro ruolo.
Un mondo fatato all'italiana
di Redazione
 
Abstract
A fine ottobre esce L’incanto del buio, la seconda puntata della «saga» di Fairy Oak, pubblicata da De Agostini. Abbiamo parlato con Matteo Faglia, Publisher libri per ragazzi del gruppo di Novara, delle prospettive di sviluppo sul mercato italiano e internazionale di una serie che è già un successo di pubblico e di vendite.

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