La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori si affaccia al secondo semestre del 2025 con una notizia che rafforza ulteriormente il suo ruolo centrale nel panorama editoriale italiano: l’ingresso di Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori, nel consiglio di amministrazione. Una nomina che conferma la volontà di FAAM di investire in progettualità condivise e strategie a lungo termine per l’innovazione culturale e la valorizzazione del libro in Italia.
Un anno di crescita per la Fondazione
La notizia è stata comunicata nel corso della presentazione del bilancio 2024, che segna una fase positiva per la Fondazione, con ricavi in crescita e una significativa riduzione delle perdite. Un risultato frutto di un'intensa attività culturale, dell'ampliamento delle collaborazioni istituzionali e di una presenza sempre più marcata su scala nazionale e internazionale.
«In questo momento siamo presenti con un padiglione alla Biennale di Venezia per la mostra internazionale di architettura, curato insieme a Sylvia Lavin» racconta
Paolo Verri,
da dicembre 2024 nuovo direttore generale di FAAM. «Contemporaneamente, siamo al Palazzo Ducale di Genova con una grande mostra per i cent’anni di
Ossi di seppia, a Ragusa con una mostra per il centenario di Camilleri, e abbiamo appena concluso un palinsesto lungo sei mesi dedicato ai cinquant’anni di
Horcynus Orca di D’Arrigo. Ancora, siamo partner della Capitale Europea della Cultura a Gorizia-Nova Gorica, con un programma di seminari e laboratori. Siamo stati presenti, naturalmente, al Salone del libro di Torino, con quattro eventi tra cui un convegno realizzato con la Regione Lombardia e l’AIE sulle politiche e strategie regionali di diffusione e promozione del libro»
«Grazie a una fitta rete di collaborazioni e progetti innovativi, Fondazione Mondadori ha ampliato la propria influenza, rafforzando legami strategici e aprendo nuove opportunità per il settore editoriale e nuove produzioni culturali» precisa il presidente di FAAM Luca Formenton Macola, sottolineando anche il rafforzamento della collaborazione con il Comune di Milano, in particolare nell’ambito di Milano Città Creativa UNESCO per la Letteratura. Il pensiero e i ringraziamenti di Formenton si rivolgono poi a Luisa Finocchi, storica direttrice e già vicepresidente della Fondazione, che ha dato le dimissioni.
Cipolletta nel CdA: una scelta strategica
L’ingresso di Innocenzo Cipolletta nel CdA segna una tappa significativa nel consolidamento delle relazioni tra la Fondazione e l’AIE. «L’arrivo in Fondazione del presidente Cipolletta rappresenta un passo fondamentale, data la storica e significativa relazione tra la Fondazione e AIE, enti fondatori insieme all’Università di Milano del più importante e apprezzato Master in Editoria» spiega Formenton.
In particolare, l’attenzione sarà rivolta alla progettazione di iniziative europee nel settore della formazione editoriale e della digitalizzazione dei patrimoni culturali. Cipolletta, da parte sua, ha espresso soddisfazione per l’incarico: «Sono felice di poter dare il mio contributo come consigliere a una Fondazione che ha fatto della promozione della cultura del libro in Italia, della conservazione e divulgazione del patrimonio storico editoriale e della formazione alle professioni dell’editoria le sue ragioni d’essere. Ridare centralità al libro e alla figura dell’editore oggi in Italia è un compito di fondamentale importanza».
Un ecosistema culturale in espansione
«Nella seconda metà di questo 2025 – continua il direttore Verri raccontando l’universo in espansione della Fondazione – ci concentreremo ancora di più sull’internazionalizzazione. Insieme al Canadian Centre for Architecture organizzeremo un convegno a cavallo tra la Biennale di Venezia e Milano, in occasione dell’apertura di BookCity. Il titolo sarà “Architexture”, e porterà esempi internazionali su modelli di fruizione di archivi e biblioteche. Rafforzeremo anche le relazioni con partner francesi e catalani per sviluppare progetti comuni negli anni a venire».
Intanto il Laboratorio Mondadori, attivo nel cuore del quartiere Brera a Milano, festeggerà a settembre i suoi dieci anni: un decennio dedicato a corsi, convegni e attività didattiche che coinvolgono scuole, giovani e professionisti. Come ricorda Giacomo Papi, direttore dei contenuti della Fondazione, i laboratori di lettura e scrittura sono stati rafforzati anche grazie alla collaborazione con Mondadori Editore, con particolare attenzione ai progetti educativi attivati nelle scuole di Lombardia, Piemonte e Sicilia. A questi si affiancano il Master in Editoria, il Mimaster Illustrazione e numerose iniziative orientate ai temi dell’inclusione sociale, come i percorsi formativi con il Carcere di San Vittore e l’Associazione Amici di Edoardo.
Una memoria editoriale che guarda al futuro
Fondata alla fine degli anni Settanta per conservare e valorizzare la memoria del lavoro editoriale italiano del Novecento, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori si prepara a compiere i suoi primi cinquant’anni: «L’obiettivo – dice Verri – è costruire entro il 2029 una grande casa comune degli archivi a Milano. Sarà il compimento della visione del nostro presidente Luca Formenton, che definisce questo progetto “Casa di vetro”. Abbiamo già avviato numerose collaborazioni con realtà come La Scala, il Piccolo Teatro, l’Università degli Studi di Milano: pensiamo sia sempre più necessario puntare sull’integrazione, per essere al servizio di un pubblico ampio, attento e in crescita».
L’obiettivo è chiaro: fare della Fondazione un motore di progetti condivisi, capaci di rilanciare l’editoria come strumento culturale, educativo e sociale. «Il libro continua a essere il centro dello sviluppo culturale nelle società democratiche» precisa Verri. «Non è solo uno strumento che consente all’individuo di formarsi e di applicare il proprio pensiero, ma, come scrive Chiara Faggiolani nel suo ultimo bellissimo libro, Libri insieme, è anche il cuore di una comunità che genera nuovi contenuti culturali, sociali ed economici. Questa dimensione è, per noi, fondamentale: vogliamo sempre più lavorare per produrre e coprodurre cultura, che oggi è più necessaria che mai. È questa, crediamo, la vera missione della Fondazione».