A ottobre del 2019, il tasso di lettori nella popolazione italiana (chi ha letto un libro, anche solo in parte, a stampa o in formato ebook o audiolibro) era pari al 55%, nel 2020 è cresciuto al 61%, con un aumento del 5,3%. Dopo una iniziale flessione con il primo lockdown, gli italiani sono tornati a leggere più di prima, ma in modo diverso: la quota di popolazione che legge solo libri a stampa è passata dal 38% del 2019 al 29% del 2020. I lettori solo digitali (ebook e audiolibri) dal 3% al 6%, i lettori che utilizzano sia il libro a stampa che ebook e audiolibri dal 17% al 26%.
Parallelamente ai cambiamenti nelle abitudini di lettura, sono cambiati e cresciuti anche gli acquisti: per i libri a stampa le vendite sono aumentate dello 0,3% (settore della varia), ma se prendiamo in considerazione anche ebook e audiolibri la crescita è molto maggiore e pari al 2,3%. Il 36% degli italiani nel corso del 2020 hanno comprato solo libri a stampa, il 21% sia libri a stampa che digitali (ebook e audiolibri) il 5% solo libri in digitale. Rispetto al 2019, gli acquirenti di soli libri a stampa sono calati di 5 punti percentuali
Presupposto della tenuta e anzi della crescita della filiera del libro nel 2020 è la capacità dei diversi attori che la compongono di riorganizzarsi. Già a marzo il 96% degli editori aveva adottato, in tutto o almeno in parte, il lavoro da remoto, il 52% stava riorganizzando l’area diritti. A fine anno, l’offerta dei libri a stampa è calata del 9% e cresciuta dello stesso tasso quella di ebook, i titoli usciti in doppia versione (a stampa e digitale) sono passati dal 14% del 2019 al 22% del 2020. Gli editori di varia e i tecnico-professionali in particolare hanno rimodulato il piano editoriale, proponendo nuovi autori e titoli. Gli editori scolastici sono stati in grado di rispondere alle nuove esigenze della didattica a distanza grazie alle innovazioni di prodotto introdotte negli anni precedenti. Lo scambio dei diritti si è sviluppato su piattaforme digitali per ovviare alla chiusura delle principali fiere professionali internazionali, il prestito bibliotecario digitale è cresciuto del 103%, le librerie si sono ri-organizzate prontamente con le consegne a domicilio.
Nonostante i buoni risultati del 2020, la filiera sconta alcuni limiti dovuti alla struttura storica della domanda e dell’offerta. L’indice di lettura del Paese, 61%, è inferiore a quello del resto dei Paesi europei (Francia 92%, Regno Unito 86%, Germania 69%, Spagna 68%) e non esiste un mercato italofono rilevante fuori dai confini nazionali. Sul lato dell’offerta, il 71% delle case editrici italiane non pubblicano più di nove titoli l’anno, solo il 26% ha pubblicato almeno un ebook, il 66% hanno un catalogo digitale che non supera i 10 titoli, solo il 6% hanno un sito di e-commerce affidabile.
Sono intervenuti Dario Franceschini (Ministro della Cultura), Marino Sinibaldi (Presidente del Centro per il libro e la lettura), Angelo Piero Cappello (Direttore del Centro per il libro e la lettura), Giovanni Peresson (Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori - scarica qui sotto le sue slide), Ricardo Franco Levi (Presidente dell’Associazione Italiana Editori) Flavia Piccoli Nardelli (Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera dei deputati). Ha introdotto e moderato Paolo Conti (Editorialista del Corriere della Sera)