«Ho sempre diffidato degli editori che dicono di pubblicare libri che a loro non piacciono perché pensano che possano piacere alla gente: se non c’è niente in un libro che incontri almeno una parte del loro gusto personale, che non desti se non altro una qualche ammirazione o almeno una qualche curiosità, non potranno mai fare un buon lavoro per quel libro, ne diventeranno solo gli stampatori o i distributori, e credetemi: non basta».

È trascorso un anno dalla scomparsa di Luigi Spagnol, editore straordinario e artista eclettico, e una mostra e un libro arrivano a celebrarne il ricordo. Il libro – da cui è tratto il pensiero qui sopra – esce oggi, edito da Longanesi, per raccoglierne gli scritti più significativi: s’intitola Correre davanti alla bellezza. Editoria, letteratura e altri scritti sull’arte e sulla musica.

La mostra, dal 10 al 19 giugno alla Galleria Milano (via Filippo Turati 14) raccoglie i dipinti che Luigi Spagnol ha realizzato negli ultimi due anni della sua vita, che rappresentano un momento di svolta nella sua lunga attività di pittore, iniziata negli anni Settanta quasi clandestinamente e portata avanti in contemporanea all’attività di editore, insieme alla passione e alla pratica della musica.

Ventiquattro tele, selezionate dal curatore Demetrio Paparoni tra l’ultima produzione di Luigi Spagnol, cui si sommano sei bacheche che testimoniano il talento e la pratica di Spagnol in diversi ambiti artistici (dalla musica alla scrittura, dall’illustrazione alla traduzione) e la sua eccellenza nel mestiere di editore.

Ricordando l’attività principe di Spagnol, Nicola Gardini sottolinea che «il credo di Luigi Spagnol editore ha due fondamenti: il talento e la cultura». E Stefano Mauri (che ha curato la bacheca relativa ai BESTSELLER) ne evidenzia i successi che hanno superato il milione di copie:  «Si contano sulle dita di una mano gli editor o editori che negli ultimi trent’anni in Italia ci sono riusciti con almeno due esordi. Luigi ci è riuscito quattro volte: con Parola di Giobbe di Giobbe Covatta nel 1991, con Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda nel 1996, con Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K. Rowling nel 1998 e con Cotto e mangiato di Benedetta Parodi nel 2009. È stato l’unico editore a compiere il miracolo quattro volte».

Sulla capacità di riconoscere il valore altrui di Luigi Spagnol, Stefano Bartezzaghi (che ha curato la bacheca su HARRY POTTER) nota come «vedere il talento è cosa da pochi. Il talento di vedere il talento è a maggior ragione una dote pressoché invisibile». E Leopoldo Carra ragiona sulla sua attività di traduttore, «nella consapevolezza che un libro avrà fortuna se è stato amato fin dalla culla» poiché, come scrive Roberto Mussapi, «quintessenzialmente, l’editore è un traduttore: traduce in libro un manoscritto […], traduce in oggetto un sogno» (curatori della bacheca sulle TRADUZIONI).

Pierdomenico Baccalario e Paolo Zaninoni (curatori della bacheca su Spagnol SCRITTORE) evidenziano «questa generosità senza calcoli, questa capacità di mescolare i piaceri dello spirito, lo scrivere, il preparare, l’assaggiare che ha guidato la mano, e il fiuto, di Luigi scrittore».

«Luigi cantava, faceva il pane, traduceva, scriveva, dipingeva, componeva e editava» sintetizza Jean Blanchaert (bacheca su COPERTINE/ILLUSTRAZIONI), ricordando che il suo «raro eclettismo di qualità è presente anche nelle copertine che ha illustrato».

Fulvio Luciani e Sergio Torta (che curano la bacheca sulla MUSICA), raccontano Spagnol e la sua conoscenza e pratica della musica: «Una rara cultura della sensibilità, cui si univano la capacità di guardare diritto e con semplicità al cuore delle cose».


Header: Luigi Spagnol, Senza titolo, 2020 80×80 cm, olio su tela