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Mercato

Nella sua indagine sulla produzione libraria Istat rileva per la prima volta gli audiolibri

di Samuele Cafasso notizia del 12 aprile 2022

Gli audiolibri debuttano nella rilevazione Istat sulla produzione libraria in Italia nel 2021. L’indagine, che si svolge fin dal 1926 e che dal 1951 consente il confronto tra i dati in serie storica, nel corso degli anni si è sviluppata e ha cambiato forma molte volte per cercare di andare incontro ai mutamenti che hanno coinvolto il mondo dell’editoria in Italia. Oltre le case editrici, l’indagine riguarda anche società e altri enti che svolgono edizione di libri come attività principale. Come ormai dal 2003 le informazioni richieste dall’istituto statistico agli editori, e che riguardano le opere librarie pubblicate nel corso dell'anno 2021, potranno essere trasmesse per via telematica, compilando l'apposito questionario elettronico messo a disposizione, entro il 15 luglio.
 
Abbiamo parlato della nuova edizione con il responsabile Istat per la rilevazione Alessandro Caramis. Se l’edizione dell’anno scorso, che riguardava l’anno di produzione 2020, è stata quella che ha descritto l’impatto della pandemia sull’editoria italiana, quella di quest’anno «approfondirà le tendenze già emerse, per capire se sono confermate o meno nel 2021: ad esempio gli investimenti sul digitale, o i legami sempre più forti con le realtà sul territorio che erano state evidenti l’anno precedente». 
 
Al centro dell’indagine ci sono i dati sulla produzione (numero di titoli intesi come prime edizioni, ristampe e nuove edizioni) e quelli sulla tiratura. «Da questo punto di vista – spiega Caramis – sarà interessante capire se il disallineamento verificatosi nel 2020, con produzione e tirature in calo a fronte di vendite in crescita [ma questo è un dato che non è ricompreso nell’indagine Istat], si conferma nel 2021». Un altro dato di grande interesse, nota Caramis, sarà quello riguardo il fatturato dei singoli editori, per capire se gli andamenti del 2020 (giro d’affari in calo, in crescita o costante rispetto l’anno precedente) sono confermati nel 2021, e per quali invece c’è stato un cambio di tendenza.
 
Le domande del questionario di quest’anno ricalcano quelle dell’anno precedente, ma c’è una novità significativa che riguarda appunto gli audiolibri e che necessita di essere spiegata meglio. L’indagine storicamente riguarda i libri a stampa. Tuttavia, già da diversi anni viene chiesto agli editori se per ogni titolo a stampa da loro pubblicato sia presente anche una versione e-book: «Negli ultimi anni – spiega Caramis – la percentuale dei libri stampati per cui è disponibile anche un’edizione in ebook ha avuto una crescita costante attestandosi negli ultimi anni a coprire non oltre il 48% delle opere pubblicate. Poiché l’anno scorso un numero significativo di case editrici aveva dichiarato di avere rapporti con società e piattaforme online che producono audiolibri, visto l’emergere di questa nuova forma di fruizione dei contenuti narrativi, abbiamo deciso di chiedere se, del libro pubblicato a stampa sia stata proposta anche una versione audio, oltre a quella in e-book». Adeguata anche la nomenclatura dei generi utilizzata per la classificazione dei titoli, finora distinti da Istat in ragazzi, scolastica e varia adulti. «Da quest’anno abbiamo esplicitato che la categoria ragazzi ricomprende anche i libri per bambini, superando così un’ambiguità nella catalogazione che si era verificata negli anni precedenti, a fronte del crescere di un’offerta editoriale rivolta a un pubblico di bambini».
 
Confermate, infine, le migliorie introdotte a partire dall’indagine sul 2019, con l’introduzione massiva di una serie di nuove unità grazie all’acquisizione di un database gestionale di IE-Informazioni Editoriali che vanno ad integrare quelle già presenti. Questo archivio gestionale consente all’Istat di tenere costantemente aggiornata la lista anagrafica di riferimento, seguendo con maggiore tempestività un mondo che si muove sempre più rapidamente. «Proseguiremo inoltre l’interlocuzione con tutti i soggetti – come l’Associazione Italiana Editori – per rivedere altre classificazioni che nel corso del tempo hanno avuto mutamenti, quali ad esempio le materie, e riadattarle ai cambiamenti in corso» conclude Caramis. «Vorremo contribuire a capire, infine, le strategie di sviluppo degli editori: quali siano le prospettive del digitale, su quali canali distributivi puntano, a quali target di lettori mirano, quali linee di intervento ritengono prioritarie per la promozione della lettura». Le informazioni su questi aspetti, di natura più qualitativa, saranno sempre più rilevanti in futuro per monitorare dal punto di vista statistico le evoluzioni del settore e indirizzare le risposte ai cambiamenti in corso.

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

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