Il suo vero nome è Alessandro Perugini, ma è noto a tutti come
Pera Toons. Negli ultimi tre anni è diventato uno dei casi editoriali più acclamati e chiacchierati nel panorama italiano del fumetto, oltre che una star del web, e sarà uno dei protagonisti più attesi alla prossima edizione di
Più libri più liberi. La Fiera nazionale della piccola e media editoria, in programma a Roma dal 7 all’11 dicembre, ospiterà «un grande evento di Pera Toons», come conferma
Emanuele Di Giorgi, co-fondatore e amministratore delegato di Tunué, la casa editrice che ha scommesso du Pera Toons, contribuendo alla sua affermazione, dentro e fuori dal mondo dei social network.
Un’affermazione che si inserisce in un contesto di crescita generalizzata del fumetto in Italia. Secondo uno studio pubblicato nel 2022 e svolto dall'
Associazione Italiana Editori in collaborazione con Lucca Comics & Games, Aldus Up ed Eudicomin, attualmente nel nostro Paese sono quasi 9 milioni i lettori di fumetti: erano 3,96 milioni nel 1996 e 7,28 nel 2019. «
La lettura di fumetti si è diffusa in tutte le fasce d’età, soprattutto in quelle giovanili, smentendo il luogo comune secondo cui il fumetto sarebbe un mondo separato dal resto del panorama editoriale, la cultura considerata alta», spiega Di Giorgi, che è anche a capo della commissione Comics and Graphic Novels di AIE, «e
Pera Toons è al momento l’autore più venduto in assoluto di questo genere».
Come nasce la collaborazione tra Tunué e Pera Toons? E come si è evoluta nel tempo?Pera Toons è un caso editoriale molto interessante. Quando l’abbiamo intercettato non era così famoso, aveva circa 30 mila fan.
Oggi ne conta complessivamente 4 milioni, con quasi 2 milioni di visualizzazioni al giorno tra Instagram, TikTok, Facebook e YouTube. L’aspetto interessante è che insieme a lui abbiamo voluto creare dei libri che non fossero la semplice trasposizione di quello che Pera Toons fa sul web, ma ogni volta c’è un’idea forte dietro. La chiave di volta è stato il libro
Ridi che è meglio, che raccoglieva alcune delle sue battute migliori in assoluto, che per l’occasione sono state riarrangiate. Quel libro ha venduto oltre 70 mila copie, e ha avuto un titolo profetico. Era il 2020, da allora la popolarità di Pera Toons è cresciuta esponenzialmente, anche grazie ad altri titoli di successo, come
Giochi e risate e l’ultimo
Ridi a Creepypelle.
Adesso insieme a Pera Toons stiamo mettendo in piedi un progetto gigantesco, con contratti che sono stati già firmati nel merchandising, ma dietro ci siamo sempre noi.
Qual è stato il ruolo di Più libri più liberi nella crescita di questo autore?Più libri più liberi è stata la prima fiera che ha realmente valorizzato Pera Toons, e che gli ha dato la visibilità che si meritava, permettendogli di fare incontri davanti a un pubblico molto ampio. Anche quest’anno Pera Toons avrà uno spazio molto importante all’interno della manifestazione, con un grande evento a cui parteciperanno anche le scuole. Più libri più liberi ha avuto il coraggio di credere non soltanto in Pera Toons, ma anche nel potenziale del fumetto.
Non era facile né scontato.
Il rapporto tra Tunué e Più libri più liberi si forma, e poi si consolida, ben prima della nascita del fenomeno Pera Toons. Com’è cambiata la manifestazione in questi anni?Siamo presenti in fiera fin dal primo anno della nostra esistenza, ovvero dal 2005. Nel 2004 avevamo appena costituito la casa editrice, i primi libri li abbiamo fatti a partire dall’anno seguente. Nel corso di tutti questi anni siamo stati testimoni diretti di un profondo cambiamento che ha riguardato non soltanto noi, ma anche la manifestazione stessa, con una struttura che si è fatta man mano più accogliente e più reattiva, anche nella capacità di permettere un certo tipo di eventi, come i firmacopie. Certo, gli spazi non sono megagalattici, ma comunque sono cresciuti rispetto agli inizi, quando c’erano solo due tipologie di stand. La nostra casa editrice è sempre stata accolta bene, e parallelamente abbiamo visto una crescita enorme di attenzione attorno al mondo del fumetto.
Quali sono i momenti, e gli autori, che più hanno segnato la collaborazione tra la vostra casa editrice e Più libri più liberi?Possiamo dire di avere portato alla manifestazione uno degli autori più importanti al mondo. Un anno abbiamo portato
Brian Selznick con il libro
La Quercia, ed è stata un’esperienza bellissima. Abbiamo portato anche
Paco Roca, che ha partecipato a un evento memorabile con Zerocalcare. In questi anni abbiamo organizzato eventi importanti grazie a Più libri più liberi, e l’obiettivo è continuare a farlo. Le condizioni perché accada ci sono tutte. In particolare,
vorremmo vedere crescere ancora il fumetto per ragazzi, siamo convinti che ci siano ancora ampi margini di miglioramento. E da parte della manifestazione vediamo la disponibilità a investire in fenomeni come Pera Toons, e non solo.
Tunué non è soltanto Pera Toons. Come nasce la casa editrice Tunué? E quali sono gli autori cardine del vostro catalogo?Affondiamo le radici negli anni Novanta con le fanzine. Negli anni Duemila eravamo un sito web. Quando nel 2004 Google ha lanciato il servizio Google News, aveva tre notizie pre-caricate, e una delle fonti delle notizie era il nostro sito. Questo è stato lo sprone ad aprire la casa editrice. Abbiamo iniziato con una parte di saggistica, e lì abbiamo messo in campo uno dei principi che poi ci avrebbe sempre caratterizzati in tutto il nostro percorso, e cioè il tentativo di lavorare insieme a persone che ne sapessero più di noi. Tra gli altri momenti cruciali c’è sicuramente la pubblicazione del primo libro dall’estero, di Paco Roca, uno degli autori più importanti in assoluto che, nel 2008, ha vinto il Lucca Comics and Games con
Rughe. Un altro mostro sacro che si è unito a Tunué è Shaun Tan, nel 2013. In generale, guardando agli snodi fondamentali che hanno caratterizzato il nostro percorso,
nel 2010 abbiamo aperto la prima collana di graphic novel per ragazzi, che è oggi la collana con più titoli e con più ampia quota di mercato: siamo attorno al 30 per cento. Quindi arriviamo ai giorni nostri, a uno dei momenti forse più importanti in assoluto, con
Il Castoro che nel 2018 ha acquisito la casa editrice.
Quali effetti concreti ha avuto questo momento sul vostro modo di lavorare?Noi siamo rimasti liberi da un punto di vista delle scelte editoriali, ma
è un passo che ci ha dato robustezza e la giusta forma mentis, oltre a quel mentoring di cui avevamo bisogno per crescere. Ancora una volta, come già all’inizio del nostro percorso, abbiamo avuto l’umiltà e l’apertura mentale necessarie per unire le forze con qualcuno che ne sapeva più di noi.
Tunué è stata la casa editrice che, più di tutte, ha contribuito a portare il fumetto in Italia. Com’è stata questa esperienza?Noi siamo i picconatori che hanno permesso a questo genere di sfondare nel nostro Paese, anche se ovviamente non siamo stati i soli a renderlo possibile. Nel frattempo sono nate o cresciute anche altre case editrici che svolgono un lavoro di qualità, e un ruolo importante lo hanno avuto, oltre ai singoli autori, anche i corpi intermedi, come una serie di associazioni attive nel settore.
Non è stato certamente un percorso facile, ma si è rivelato estremamente emozionante in tutte le sue tappe. Lo rifarei senza pensarci. Guardando indietro, è una profezia autoavverante che abbiamo fatto in modo che diventasse realtà.