A New York, nel cuore di Manhattan, c’è una rarissima collezione di libri molto particolari. Cos’hanno in comune? Nessuno di loro esiste. O meglio, esiste solo nel regno dell’immaginario.
Come sarebbe stato il primo romanzo di Hemingway se non fosse stato smarrito quando la valigia della moglie Elizabeth Hadley Richardson venne rubata alla Gare de Lyon nel 1924? E se l’opera perduta attribuita a Shakespeare Love’s Labour’s Won, seguito di Love’s Labour’s Lost (Pene d’amor perdute), fosse sopravvissuta oltre il 1610?
Libri perduti, incompiuti, distrutti, orfani, abbandonati, pensati, abbozzati, tra fantasia e realtà: il bibliofilo Reid Byers ha immaginato come potrebbero apparire una serie di volumi mai nati, se avessero avuto la possibilità di esistere nel nostro mondo fisico. Partendo da un elenco di circa 400 titoli di libri immaginari – di cui circa la metà storici e l'altra metà di fantasia –, Byers ne ha confezionati 114, con l’aiuto dell’esperta di stampa tipografica Martha Kearsley, della calligrafa Margo Dittmer e della conoscenza in legatoria storica di Jeff Altepeter: il risultato è la collezione Imaginary Books: Lost, Unfinished and Fictive Works. In mostra al Grolier Club di New York fino al 15 febbraio 2025, in seguito la raccolta si sposterà al Book Club of California di San Francisco, dove rimarrà fino al 13 luglio.
«Ci vuole una certa "sospensione dell’incredulità" anche solo per prendere in considerazione l’idea di allestire una mostra dell’immaginario» ha raccontato il curatore della mostra al Guardian. Le memorie di Lord Byron – notoriamente bruciate alla sua morte –, le poesie complete di Saffo, la traduzione perduta dell’unico poema epico comico di Omero, il manoscritto inedito di Sylvia Plath Double Exposure, quello abbandonato di Dylan Thomas Llareggub, quello incompiuto di Coleridge Kubla Khan. Visitatori e visitatrici avranno la possibilità di ammirare questi e molti altri materiali, suddivisi in tre categorie: libri perduti, dei quali non esiste una copia sopravvissuta, incompiuti – quasi completati ma mai pubblicati, o pensati ma mai scritti – e fittizi, cioè esistenti solo in altri romanzi.
Un disclaimer della mostra avverte: «Offrire al pubblico una serie di oggetti che non esistono presenta un ampio spettro di sfide curatoriali, solo alcune delle quali sono state completamente superate». Tali sfide sono più difficili per la categoria più ampia di libri inesistenti, ovvero quella delle opere di fantasia o dei libri che esistono solo in altre storie. Ciò include Rules & Traffic Regulations That May Not Be Bent or Broken, un manuale di guida menzionato in The Phantom Tollbooth di Norman Juster (Il casello magico); The Songs of The Jabberwock – poesia scritta da Lewis Carroll inclusa in Through the Looking-Glass, ovvero Attraverso lo specchio, il seguito di Alice nel Paese delle Meraviglie – rilegata in viola e stampata al contrario nell’immaginario di Byers; una copia di Nymphs and Their Ways, sfogliata da Lucy sullo scaffale del signor Tumnus in The Lion, The Witch and the Wardrobe di C.S. Lewis (Le cronache di Narnia).
La mostra comprende anche una versione color porpora di The Lady Who Loved Lighting (La signora che amava il fulmine) di Clare Quilty, assassinata da Humbert Humbert in Lolita di Vladimir Nabokov. È un esemplare unico della collezione: «un libro scritto da un personaggio che non esiste, nemmeno nel libro di origine. Quindi è doppiamente immaginario» ha spiegato Byers.
© Immagini tratte da theguardian.com
Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.
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