Con una popolazione di oltre 200 milioni di abitanti e un’estensione di 8,5 milioni di chilometri quadrati (il 47% della superficie dell’intero Sudamerica e quasi 30 volte l’Italia), il Brasile svolge un ruolo di primaria importanza a livello internazionale. L’economia brasiliana ha attraversato nel corso della sua storia momenti di grande sviluppo seguiti da periodi di forte recessione. Se si considerano solo gli anni più recenti, il 2015 e il 2016 sono stati anni particolarmente difficili per il Paese, con il pil che ha registrato rispettivamente un -3,5% e un -3,6%. A questi segni negativi sono seguiti due anni di leggera crescita: +1,0% nel 2017 e +1,1% del 2018. Secondo le ultime stime, il trend positivo è continuato anche nel 2019, registrando un +1,2%, e si prevede si rafforzerà nel 2020.
I dati relativi al mercato editoriale brasiliano, elaborati da Gfk e relativi al 2019, mostrano una situazione ancora difficile per il settore, con un -7% a valore e un -9,2% a copie rispetto al 2018. Il fatturato è stato di 2,1 miliardi di real, che corrispondono a circa 447 milioni di euro, contro i 2,26 miliardi del 2018. In termini di numero di copie vendute si è passati dai 54 milioni del 2018 ai 49 milioni del 2019. Se i primi mesi dell’anno sono stati davvero critici (-20% di vendite a valore rispetto ai corrispondenti periodi del 2018), segnali incoraggianti sono arrivati dal mese di dicembre, che ha portato un +11,4% per le vendite nelle librerie a copie e un +7,7% a valore.
I risultati negativi caratterizzano il settore già da alcuni anni e hanno portato a una situazione particolarmente grave per le librerie. Un esempio su tutti: Saraiva, la maggiore catena di librerie del Paese, ha chiuso circa un quarto dei suoi punti vendita negli ultimi due anni.
A livello dei diversi generi editoriali, nel 2019 spicca il risultato positivo dei manuali di self help che registrano un +25% di vendite, dei titoli di argomento economico (+21%) e dei fumetti (+11%). In calo invece tutte le altre categorie: dalla narrativa di autore straniero (-8%) a quella di autore brasiliano (-11%), dai testi scolastici (-29%) alla narrativa per bambini e ragazzi (-10%).
Che i brasiliani preferiscano nettamente i manuali di self help (sia per la propria crescita personale, sia per il raggiungimento di un maggiore benessere economico) è evidente anche dalla classifica dei best seller dell’anno. Tutti i primi 15 libri più venduti appartengono infatti a questa categoria. La classifica vede anche il dominio dei titoli di catalogo rispetto alle novità: 9 titoli su 15 erano già presenti nella classifica dei best seller del 2018 e solo uno è stato pubblicato nel 2019. A cominciare dal libro più venduto dell’anno, la versione in portoghese di The subtle art of not giving a f*ck del blogger statunitense Mark Manson, che era in cima alla classifica anche nel 2018.
Come avvenuto nella maggior parte dei Paesi, anche in Brasile si è assistito infine a una crescita dell'attenzione del pubblico verso gli audiolibri. Sono quattro le principali piattaforme utilizzate dai lettori brasiliani: Ubook, Auti Books, Storytel e Word Audio. Ubook è considerato il principale player del settore con un catalogo di 20 mila titoli, ma Storytel, arrivata soltanto nel 2019, ha puntato su una proposta economicamente più vantaggiosa del competitor: l’abbonamento costa 27,90 real (pari circa 5,9 euro), contro i 29,90 real di Ubook (circa 6,4 euro).
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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