Il mercato dei libri per bambine e bambini, ragazze e ragazzi, ha registrato nel 2024 una leggera flessione che ha toccato sia il numero delle copie vendute – quasi 150 mila in meno – sia, con minor impatto, il valore di spesa: quasi 600 mila euro in meno. Si tratta, in ogni caso, di movimenti che non raggiungono il punto percentuale e che confermano il settore nella sua solidità.
La quota espressa dal mercato bambini e ragazzi rimane infatti sostanzialmente stabile negli anni, e questo in un contesto di evidente decrescita della natalità. Il trend di medio periodo è sostenuto soprattutto dall’incremento della domanda nelle fasce di età prescolari della popolazione: sono le giovani famiglie, o comunque gli adulti di riferimento di bambine e bambini più piccoli ad acquistare più libri, investendoli evidentemente di significati valoriali, relazionali e affettivi molto rilevanti.
«La produzione per lettrici e lettori più giovani è, d’altronde, una conclamata eccellenza dell’editoria italiana, valorizzata e proiettata nel contesto internazionale alla
Bologna Children’s Book Fair: nell’ambito del nostro mercato diritti, infatti,
i libri per bambini e ragazzi sono i più tradotti all’estero» sottolinea
Innocenzo Cipolletta, direttore responsabile del Giornale della Libreria. «Un’eccellenza che questo numero esplora sia attraverso l’approfondimento delle
classifiche settoriali del 2024 che dando parola a una selezione di case editrici, con cui abbiamo provato a raccontare cosa significa fare libri per bambini e ragazzi oggi,
tra esigenze e tendenze, sfide e futuro».
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Da questi confronti emergono nitidi i temi paradigmatici e programmatici del settore, utili tanto per disporre il lavoro delle case editrici – e di AIE con loro –, quanto per valorizzare la lettura dei piccoli come strumento di crescita sociale, culturale, economica per il Paese.
«Sono temi come la promozione della lettura e l’impatto di iniziative come la nostra #ioleggoperché; la relazione tra gli editori e la scuola, la biblioteca e gli altri agenti di socializzazione del libro; il ruolo e l’evoluzione delle storie in un universo di fruizione sempre più dominato dalla componente visiva; la gestione di linguaggi e media diversi in un panorama dell’intrattenimento sempre più saturo di stimoli» continua Cipolletta.
Senza dimenticare che il lavoro dell’editoria di settore si spinge fino a lambire i giovani adulti, quei «young adult» che, come genere editoriale e segmento anagrafico, stanno sostenendo molti mercati editoriali europei. «È emerso dal Seminario di perfezionamento della Scuola per librai Umberto e Elisabetta Mauri, a cui dedichiamo l’articolo che chiude il numero esplorando Il libro tra eternità e cambiamento in prosecuzione della tavola rotonda veneziana di gennaio».
Eternità e cambiamento, sì. Perché di cambiamenti, anche potenzialmente dirompenti, il nostro settore ne sta conoscendo. E così, parallelamente al dibattito internazionale su dove stia andando l’Intelligenza Artificiale e in che modo sia necessario governarne l’evoluzione, i suoi applicativi escono dal panorama del futuribile per entrare in casa editrice. «Ottimizzazione delle tirature e riduzione delle rese attraverso sistemi previsionali delle vendite, traduzioni tecniche, inserimento automatizzato di metadati, assistenza nell’editing… sono molte le cose che l’Intelligenza Artificiale sa fare, e sta già facendo, per supportare chi lavora con i libri: anche di questo scriviamo nel numero di marzo».
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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