Cresce il peso dei consumi culturali nel Comune di Milano: nel 2023 sul territorio sono stati spesi 491 milioni di euro (che salgono a 790,2 includendo anche gli eventi sportivi). Il capoluogo lombardo registra il +33% rispetto al 2022, contro una media nazionale cresciuta del 20% sotto gli influssi della fine di tutte le restrizioni pandemiche.
Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nell’indagine AIE sui consumi culturali, realizzata in collaborazione con SIAE e Sistema Bibliotecario della città di Milano e presentata oggi alla Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco, in un evento in anteprima di BookCity Milano, manifestazione di cui anche quest'anno il Giornale della Libreria è media partner.
L’Osservatorio AIE si è arricchito per questa edizione dei dati provenienti da una ricerca sul profilo del pubblico delle biblioteche milanesi, andando a integrare quelli SIAE relativi a tutti gli altri consumi culturali del territorio come mostre, teatro, cinema, musica e altro ancora.
L’incontro al Castello Sforzesco, organizzato in collaborazione con Comune di Milano-assessorato Cultura e BookCity Milano, ha visto la partecipazione dell’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta, il responsabile dell’Ufficio studi AIE Giovanni Peresson, il direttore Area biblioteche del Comune di Milano Stefano Parise, i presidenti dell'edizione 2024 di BookCity Milano Stefano Mauri e dell'Associazione BookCity Milano Piergaetano Marchetti, moderati da Alessandra Tedesco di Radio 24.
«Ogni anno la nostra ricerca cresce sempre di più» ha spiegato il presidente AIE Innocenzo Cipolletta. «È nata come indagine sugli acquisti di libri, poi si è estesa ai consumi di carattere culturale con la SIAE, poi alle biblioteche. Questo perché coloro che leggono i libri sono anche quelli che vanno al cinema, a teatro: il consumo culturale è variegato e, dal nostro punto di vista, se vogliamo promuovere la lettura dobbiamo promuovere tutti i consumi culturali». E ha aggiunto: «Il fatto che Milano sia al vertice in Italia ci dice che i consumi culturali non sono trainati solo dalla domanda, ma anzi sono un prodotto dell’offerta, che dev’essere plurale e raggiungere anche le nicchie».
«Dal 2017 Milano è stata designata Città Creativa UNESCO della Letteratura e se oggi siamo qui a BookCity con un convegno sui consumi culturali è perché teniamo fede alla missione che l’UNESCO ci ha affidato» ha affermato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi. «È una grande responsabilità, oltre che una grande soddisfazione, vedere Milano crescere ogni anno e confermarsi capitale italiana della cultura. Questi dati così incoraggianti sono uno strumento di lavoro fondamentale, utile per orientare le politiche culturali cittadine, e ci confermano la bontà del metodo che questa Amministrazione porta avanti, con i propri istituti, le proprie biblioteche, e insieme a tutta la rete di soggetti pubblici e privati della città».
Come spiegato da Giovanni Peresson dell’Ufficio studi AIE, i libri sono al secondo posto nella classifica dei consumi cultuali a Milano: la spesa per l’acquisto di libri a stampa di narrativa e saggistica nei canali trade è, infatti, pari a 170 milioni di euro, superata solo dagli introiti degli eventi calcistici pari a 191 milioni. Seguono i concerti pop, rock e di musica leggera con 168 milioni, le discoteche con 62, le mostre con 48 milioni, il teatro lirico con 33 milioni, il teatro di prosa con 29 milioni, il cinema di sala con 26 milioni. Le librerie sul territorio sono 180 e rappresentano il 7% del totale nazionale.
Stefano Parise, direttore Area biblioteche del Comune di Milano, ha presentato i dati sulle biblioteche. Gli utenti del Sistema Bibliotecario sono 86.700, in netta crescita non solo rispetto ai 75.600 dell’anno precedente, ma anche rispetto al dato pre-Covid del 2019, pari a 85.200. Al 60% sono donne, al 62% laureati (o titolo superiore). Il 67% degli iscritti si reca in biblioteca almeno una volta al mese. Tra le motivazioni dell’andare in biblioteca, il 38% indica i prestiti, il 29% la consultazione, il 18% le presentazioni, il 13% i corsi, l’11% le attività per bambini, mentre il 10% va in biblioteca per finalità di studio e ricerca e il 9% per i gruppi di lettura.
È stata presentata anche la classifica dei libri più prestati nel 2023 nelle biblioteche milanesi, che si discosta da quella dei libri più venduti in Italia.
Non è un caso che l’indagine AIE sia stata presentata, come gli scorsi anni, nell’ambito di BookCity Milano, la manifestazione del libro che coinvolge tutta la città – e non solo – e che quest’anno si svolgerà dall’11 al 17 novembre.
«Negli ultimi anni è emerso con chiarezza che le iniziative culturali diffuse suscitano e sprigionano interesse, energie, ibridazioni, possibilità nuove» ha affermato durante l’incontro di oggi Piergaetano Marchetti, presidente dell’Associazione BookCity Milano. «I consumi culturali così forti a Milano sono la dimostrazione di quello che BookCity e altre iniziative hanno già avuto modo di vedere, ovvero l’importanza della pluralità degli interessi. Se le mostre, le presentazioni dei libri, le stagioni teatrali hanno successo vuol dire che ci sono delle offerte attrattive che riescono a far scattare interesse e curiosità in modo diffuso».
«BookCity raggiunge ogni anfratto della società: i quartieri, le biblioteche, anche le carceri. E poi ci sono gli autori e le autrici bestseller che contribuiscono ad attirare il pubblico» ha sottolineato il presidente dell’edizione 2024 di BookCity Milano Stefano Mauri.
«Milano è il melting pot dell’editoria italiana: più del 90% dei bestseller viene pubblicato da case editrici con sede a Milano o che fanno capo a gruppi milanesi. Questo non sarebbe possibile se non ci fosse una popolazione particolarmente attenta all’offerta culturale. Milano sa elaborare e dare una veste e diffusione nazionale a opere provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo: non a caso è su questo humus culturale, con una vastissima partecipazione di tutti gli attori, che è fiorita BookCity» ha aggiunto.