Guerra e Pace è il tema portante degli incontri e dei dibattiti che animeranno la città in occasione della tredicesima edizione di BookCity Milano, la celebre manifestazione diffusa dedicata al libro e alla lettura che quest’anno si terrà dall’11 al 17 novembre.
Poche ore fa, la conferenza stampa all’Auditorium San Fedele di Milano ne ha svelato i contenuti, presentando tra le altre la collaborazione tra BookCity e Associazione Italiana Editori, ampliata sia sul versante dell’Osservatorio sulla lettura e i consumi culturali a Milano, che verrà presentato il 6 novembre arricchito da una sezione dedicata alle biblioteche milanesi e il loro pubblico, sia in direzione di #ioleggoperché, il progetto nazionale di AIE a favore delle biblioteche scolastiche che quest’anno si allea con BookCity eleggendo a fulcro le librerie che aderiscono a entrambe le iniziative.
Anche quest’anno il Giornale della Libreria si conferma media partner della manifestazione, esplorandola e raccontandola con lo sguardo orientato agli interessi del visitatore professionale. A partire dalla visione di Piergaetano Marchetti, presidente dell’Associazione BookCity Milano.
Professore, sono tredici anni di BookCity Milano: la manifestazione che cambia nella città che cambia. Qual è stata la strada percorsa fino a qui?
Se penso a come è nata BookCity, nel 2012, mi rendo conto che
di strada ne abbiamo fatta davvero tanta e la cosa che mi rende più fiero è vedere rafforzarsi il rapporto con il territorio: è sempre stata una manifestazione diffusa e lo è sempre di più, soprattutto grazie a
La lettura intorno – BookCity tutto l’anno, che ogni tre mesi realizza in tutti i quartieri dei palinsesti rivolti a bambini e ragazzi, oltre a mettere in campo azioni di promozione della lettura negli istituti scolastici, grazie alla rete di
BookCity per le Scuole. Sono 27 le scuole coinvolte dalla linea d’azione Letture di crescita, diffuse in tutti i Municipi cittadini, per un totale
di 71 classi coinvolte e 39 incontri, laboratori e letture organizzate all’interno degli istituti scolastici, insieme a 12 autori e autrici; sono 121 gli insegnanti che partecipano al progetto all’interno delle scuole e circa 80 quelli che hanno partecipato all’incontro di formazione
Leggere per insegnare, prima tappa di un percorso che prevede un secondo incontro a gennaio 2025.
Ragazze e ragazzi, bambini e bambine raggiunte da questa linea d’azione sono circa 1.122. Ancora, c'è
Letture di prossimità, che in 6 edizioni ha organizzato circa 400 eventi, incontri, letture e laboratori, raggiungendo 9.491 persone, di cui circa 3.800 bambini
Tredici edizioni e comunque non mancano le novità. Penso ai format che debuttano quest’anno, come Parole in giardino, che porterà le letture nei parchi e nei giardini di Milano; o Progetto, dedicato all’architettura. Ci racconta il suo preferito e come s’inserisce nel contesto di crescita di BookCity? C'è qualche nuovo format che le piacerebbe veder realizzato nelle prossime edizioni?
Non saprei scegliere un solo esempio ma un format a cui sono affezionato è quello dei percorsi d’autore, come quello curato da Eliana Liotta, dedicato alle parole della cura e alla divulgazione scientifica; è realizzato con il contributo non condizionante del gruppo farmaceutico Recordati e quest’anno giunge alla sua terza edizione. Non solo, quest’anno prosegue anche la collaborazione con l’ISPI, che propone due percorsi tematici, e abbiamo tra le novità un percorso curato dall’antropologo Andrea Staid, al MUDEC. Gli incontri di Progetto, quelli di Parole in giardino, non saprei esprimere una preferenza, anche perché nascono tutti dalla stessa ambizione: stimolare l’incontro e la riflessione, e anche lo scambio e la collaborazione tra le realtà culturali attive sul territorio cittadino, innescando un meccanismo di connessioni e suggestioni reciproche. Abbiamo lavorato per costruire una rete cittadina della cultura, un coro di attori che lavorano insieme, a diverso titolo, per promuovere la vita culturale cittadina. Qualsiasi format che possa proseguire su questa rotta sarà benvenuto.
Dopo aver raggiunto Lodi e Cremona nel 2023, BCM arriva quest’anno anche a Como, Monza e Pavia, totalizzando cinque capoluoghi lombardi. Il modello Milano città del libro è in espansione? Lungo quali direttrici? Con quali scopi? Cosa significa portare BookCity Milano fuori dalla città dei libri e dell’editoria?
Non parlerei di espansione, piuttosto di una crescita, alimentata dal desiderio di incoraggiare le connessioni, che già esistono, tra Como, Cremona, Lodi, Milano, Monza e Pavia: è la stessa prassi che per anni abbiamo attuato in città, che si traspone su scala regionale per ampliare la sua rete. Il ruolo di BookCity Milano nelle cinque città è lo stesso che la manifestazione ha svolto in città, per promuovere il libro e la lettura, sostenendo la vita culturale e il suo sviluppo, in una relazione osmotica di scambio reciproco. È una rete che ogni anno sembra infittirsi di nuove relazioni, capaci a loro volta di moltiplicarsi.
Quest’anno si allarga anche il perimetro dell’Osservatorio AIE per BookCity sulla lettura e i consumi culturali a Milano. Alla sua quarta edizione, l’indagine si arricchisce dei dati sul profilo del pubblico delle biblioteche milanesi, andando a integrare quelli SIAE relativi a tutti gli altri consumi culturali del territorio. L’editoria è un sistema che sembra parlare, e molto, con i mondi culturali attigui. BookCity ha favorito questa convergenza? Come si può fare squadra tra industrie creative?
Da anni collaboriamo con una rete che non si limita alla filiera del libro: dalle biblioteche ai musei, dai cinema alle librerie, dagli ospedali alle biblioteche di condominio, dai teatri alle scuole, dalle università alle carceri. Non so dire se abbiamo favorito la convergenza, ma posso dire con certezza che ci abbiamo creduto fino in fondo, e lo facciamo tutt’ora.
BookCity Milano è una manifestazione diffusa dedicata al grande pubblico che non manca, però, di catalizzare l’attenzione professionale degli operatori di settore. Anche quest’anno il lavoro editoriale e chi vi si dedica troverà posto – oltre che nel dietro le quinte – nel palinsesto degli eventi?
Certamente, uno dei filoni a cui abbiamo dedicato attenzione fin dalla prima edizione è proprio quello dedicato ai Mestieri del libro e, d’altronde, da anni BookCity è l’occasione per presentare studi e ricerche di settore, eventi dal taglio anche professionale, per chi opera nell’industria della cultura. Penso alla ricerca già citata prima, dell’Osservatorio AIE sulla lettura e i consumi culturali a Milano, ma anche alla ricerca sostenuta ogni anno da Intesa Sanpaolo sui festival culturali italiani e i consumi culturali, che quest’anno verterà sui temi della digitalizzazione, della presenza online e sui social dei festival. Cito questi, ma sono diversi gli appuntamenti che, anche quest’anno, proponiamo con orgoglio.