Oltre diecimila «mi piace» sul post che lancia la campagna, centinaia di testimonianze e ricordi pubblicati su Instagram sul sesso vissuto, ma soprattutto immaginato, quando si hanno 15 anni. Lo scrittore francese Nicolas Mathieu, premio Goncourt per E i figli dopo di loro (Marsilio 2019), ha trasformato il caso di censura imposto dal ministro degli Interni francese a un libro per adolescenti, Bien trop petit di Manu Causse, in un caso virale sui social network.
«A 15 anni amiamo e desideriamo alla follia. La letteratura ha qualcosa da dire su questo. Permettere la nascita di testi che alimentano questa libido, e la accompagnano, non può in alcun modo essere confuso con l'abuso. La protezione dei minori, ovviamente necessaria, non deve scendere in questo tipo di puritanesimo sciocco e opportunista» ha scritto l’autore in un post in cui invita chiunque a pubblicare su Instagram una foto in cui racconta i desideri, la libido di quando è stato o stata adolescente attraverso l’hashtag #wheniwas15. L’iniziativa ha raccolto in pochi giorni oltre tremila adesioni, racconti e immagini che hanno contributo ad alimentare un dibattito in cui è intervenuta la stessa associazione degli editori francese, SNE, chiedendo di rivedere la legge sulla protezione dei minori promulgata 74 anni fa e utilizzata dal governo per vietare la vendita ai minori di 18 anni del libro di Manu Causse, rivolto esplicitamente a un pubblico adolescente.
L’iniziativa del ministro Gérald Darmanin, ispirato da «gruppi di pressione» secondo lo scrittore Mathieu, porta in Europa il dibattito che da anni infuoca gli Stati Uniti dove i bibliotecari segnalano frequentemente l’azione di associazioni religiose integraliste volte a impedire la circolazione di libri, soprattutto attinenti alla sfera dell’identità di genere e orientamento sessuale. Azione poi sfociata in diverse leggi adottate o in corso di adozione in Stati governati dai repubblicani e che prevedono pene e incriminazioni per chi non accetta la censura.
Bien trop petit, libro che fa parte di una collana dedicata all’erotismo degli adolescenti dell’editore Thierry Magnier, racconta la storia di un giovane che scopre, dai commenti maliziosi degli amici in piscina, di avere un pene considerato più corto della media e per questo teme non avrà mai una vita sessuale soddisfacente. Demoralizzato da questa paura e già appassionato di fan fiction, il giovane inizia a pubblicare online una serie di racconti a sfondo erotico. Sono proprio queste parti del libro, che riportano le fantasie di un adolescente, secondo quanto ricostruito dai media francesi, ad aver fatto scattare la censura applicata usualmente a contenuti pornografici. Censura che non si applica – è stato fatto notare da più parti – a testi letterari esplicitamente rivolti a soli adulti, come ad esempio Lolita, e che non impedisce agli adolescenti francesi di accedere a contenuti vietati ai minori di 18 anni in Rete.
Ovviamente anche la censura su Bien trop petit è facilmente aggirabile – il libro può essere acquistato da un adulto e poi passato a un minorenne – ma la questione di base è più profonda. Per dirla con le parole dell’autore del libro, intervistato da Le Figaro: «Da un punto di vista legale, dobbiamo ovviamente proteggere i giovani dai contenuti pornografici che proliferano su Internet. Ma l'obiettivo di parlare di sessualità nella letteratura per ragazzi è quello di preparare i giovani o di riparare la loro immaginazione. Lo scopo del gioco non è semplicemente descrivere la sessualità, ma metterla in discussione per rompere certe norme che noi adulti possiamo aver assimilato in passato. Quando un personaggio esprime un'opinione scioccante o un pensiero illegale in un libro, il libro dovrebbe essere vietato? Con questa legge, da cosa proteggiamo esattamente i giovani? Dalla sessualità? Non dovremmo parlarne?».
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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