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Libertà d'espressione

Sempre più censure nel mondo: a Francoforte si rivendica la libertà di espressione. Nasce l'IPA Freedom of Expression Defenders Award

di Samuele Cafasso notizia del 16 ottobre 2025

L’International Publishers Association (IPA) moltiplica gli sforzi per la promozione e la difesa della libertà di espressione, di pubblicazione e di lettura annunciando, in una Frankfurter Buchmesse dove proprio il tema della crescita delle censure è al centro dell’attenzione, un nuovo premio: il Freedom of Expression Defenders Award.

Il premio verrà assegnato per la prima volta nel 2026 ed è dedicato a editori, associazioni di editori e organizzazioni internazionali che si sono distinte per un particolare impegno nella difesa delle tre libertà al centro della missione di IPA (espressione, pubblicazione e lettura) e si affianca, senza sostituirlo, al Prix Voltaire, che si concentra invece sui singoli individui che hanno messo a rischio la propria libertà per difendere gli stessi principi.

Presentando il premio Gvantsa Jobava, presidente di IPA, ha spiegato che l’idea è nata l’anno scorso, proprio alla Frankfurter Buchmesse, e vede la luce oggi, un anno dopo. Jobava stessa, georgiana, ha ricordato la situazione critica di molti Paesi, a partire dal suo: «Restare in silenzio – ha spiegato – non è più una opzione». Per la prima volta alla Buchmesse gli editori del suo Paese sono presenti con uno stand collettivo organizzato da un’associazione, la Georgian Book Association, nata a febbraio da un gruppo di editori e librai che hanno abbandonato la Georgian Publishers and Booksellers Association accusandola di essere allineata con il governo totalitario. Lo stand, visitato da Jobava il primo giorno di fiera, è dedicato ai georgiani che hanno pagato con la loro libertà l’opposizione al regime filorusso.

Sarà possibile candidarsi al Freedom of Expression Defenders Award tra gennaio e marzo 2026: nei mesi successivi le proposte verranno analizzate e la premiazione si svolgerà nell'ultima parte dell'anno.

Una coalizione che combatte contro una legge liberticida, un’associazione che organizza eventi per promuovere la libertà di espressione sono esempi di possibili premiati. Nell'incontro di mercoledì 15 ottobre alla Buchmesse, Celebrating freedom of expression defenders at Frankfurt Book Fair – organizzato da IPA e Pen International e moderato da James Taylor, direttore della comunicazione di IPA –, hanno preso la parola rappresentanti di diverse iniziative che ben potrebbero ambire a essere premiate. Tra queste, Book Arsenal, la fiera del libro di Kiev che ha continuato a svolgersi anche nel 2023, nel 2024, nel 2025, nonostante la guerra di aggressione russa in corso. «Soffriamo terribili perdite, abbiamo enormi problemi, ma vedere le persone che partecipano alla nostra fiera per celebrare la gioia di leggere, di incontrare le proprie autrici e i propri autori preferiti, sapendo che è obiettivo dei nostri nemici colpire i libri, la nostra lingua, la nostra libertà, dà un senso speciale al nostro lavoro» ha spiegato Yulia Kozlovetz.
Insieme a lei hanno parlato Arizza Ann Nocum, filippina, presentando il World Expression Forum (WEXFO), Kristen Einarsson per l’iniziativa Democracies depend on reading, partita quest’anno, e Martina Stemann, a nome della German Freedom Expression Week, che si tiene ogni anno dal 3 maggio al 10 maggio, ovvero dal giorno che celebra la libertà di stampa a quello che segna l’anniversario del rogo dei libri a Berlino, nel 1933. «La democrazia non è mai acquisita una volta per tutte – ha detto Stemann – e anche in un Paese come la Germania vediamo che il clima sta cambiando, crescono le polarizzazioni, le minacce, le aggressioni online». Da qui l’idea di una settimana di incontri che, ogni anno, sensibilizzano sulla libertà di espressione, sul «coraggio di essere apertamente in disaccordo», con slogan come «Reading gives you better arguments», o «What is true?», a sottolineare il peso delle notizie e credenze non verificate nel dibattito pubblico.

A Francoforte sono molte le voci che si alzano denunciando una situazione di censura che si allarga a Paesi finora considerati sicuri, come le democrazie occidentali. In un altro incontro organizzato da IPA, svoltosi giovedì 16 ottobre, dal titolo What can we do to resist the attacks on the Trinity of Freedoms?, ha preso la parola Anke Steinecke, chief legal officer di Penguin Random House.
La casa editrice è impegnata negli Stati Uniti in una battaglia, culturale e legale, contro la censura dei libri nelle biblioteche per bambini e ragazzi. Penguin, seguita poi da altri editori, ha prima portato in tribunale diversi Stati, tra cui Iowa, Florida e Idaho, denunciando come discriminatorie le leggi che non solo consentono di bandire i libri dalle biblioteche, ma prevedono – nel caso dell’Idaho – condanne penali per chi non si allinea, e poi è passata al contrattacco promuovendo nei diversi Stati la legge Freedom to read. Lo scopo è quello di far approvare norme che impediscano ai movimenti conservatori di chiedere e ottenere la messa al bando di libri dalle biblioteche scolastiche: «Per l’industria editoriale – ha spiegato Steinecke – si tratta di una minaccia culturale ed esistenziale al nostro mondo».

© Immagine in header di Frankfurter Buchmesse

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

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