Durante l’assemblea generale, tenutasi ieri 24 novembre a Strasburgo, la
FEP (Federation of European Publishers) ha manifestato profonda preoccupazione per il nuovo arresto – avvenuto il giorno precedente – di
Aslı Erdoğan, scrittrice di rilievo e attivista in favore della tutela dei diritti umani, e della linguista
Necmiye Albay, con l’accusa per entrambe di appartenenza ad associazione terroristica.
Sostenuta da IPA (International Publishers Association) e EIBF (European and International Booksellers Federation), entrambe rappresentate in assemblea generale, FEP chiede con forza al governo turco di far cadere tutti i capi d’accusa contro le due donne e di liberarle senza condizioni, insieme a tutte le altre persone detenute in Turchia per il solo fatto di avere esercitato il proprio diritto di libertà d’espressione.
Le tre organizzazioni hanno inoltre fatto appello alle istituzioni europee affinché intervengano con decisione nella vicenda e facciano pressione sul governo turco per ottenere la liberazione di tutti i «prigionieri di coscienza». Allo stesso modo, ribadiscono la fondamentale importanza della libertà d’espressione, pietra angolare di ogni società democratica, principio paradigmatico dell’industria editoriale e valore non negoziabile.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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