L’inadeguatezza della legislazione sulla tutela del diritto d’autore scontata dall’Italia non è più cosa solo nostra. L'Office of the United States Trade Representative, preso atto della crescita dei download illegali nel nostro Paese, ha infatti inserito per la prima volta l'Italia nella «watch list» dei paesi ad alto rischio pirateria.
L'Italia, grazie a un impatto economico della pirateria stimato intorno a 500 milioni di euro persi per i canali legali, con un'incidenza che dal 2009 al 2011 è cresciuta del 5% e con un totale di 384 milioni di atti di pirateria audiovisiva, è ora affiancata a paesi come Bielorussia, Bolivia, Brasile, Brunei, Colombia, Costarica.
Secondo le ultime stime Ipsos diramate nel gennaio di quest’anno, pare però che qualcosa nella mentalità di chi scarica illegalmente contenuti protetti da copyright stia cambiando. Secondo la ricerca, infatti, sarebbe in aumento la percezione del reato da parte del fruitore illecito, arrivata a toccare il 70% dei pirati, così come il fatto che l'83% dei pirati risulta ritenere che la denuncia penale sia un deterrente efficace.