La
stampa internazionale riporta nuove, preoccupanti notizie circa la sorte di
Gui Minhai, l’editore e librario di Hong Kong rapito dalla polizia cinese nell’ottobre 2015 e detenuto in Cina per oltre due anni senza possibilità di contatto da parte della famiglia, delle autorità consolari (è cittadino svedese), né di assistenza legale.
Dopo che lo scorso ottobre erano circolate notizie ambigue sul suo rilascio – di fatto, nonostante le autorità cinesi avessero dichiarato di avere liberato Gui Minhai, quest’ultimo non aveva mai potuto abbandonare il territorio cinese – sabato scorso l’editore è stato arrestato nuovamente da una decina di poliziotti in borghese che l’hanno costretto a scendere dal treno diretto a Pechino su cui viaggiava insieme a due funzionari dell’ambasciata svedese.
Specializzato in pubblicazioni di argomento politico e di critica verso le figure di spicco dell’establishment cinese e membro attivo dell’
Independent Chinese PEN Centre, Gui Minhai è diventato un simbolo della
drammatica repressione della libertà di edizione in Cina ed è candidato per il secondo anno consecutivo al
Premio Voltaire dell’International Publishers Association (IPA) che onora e sostiene gli editori che si sono distinti per il coraggio nella difesa della libertà di espressione.
La notizia del nuovo arresto di Gui Minhai ha destato forti preoccupazioni nella comunità editoriale internazionale. Nel
suo appello,
l’International Publishers Associationnechiede il rilascio e che sia fatta chiarezza sulla vicenda.
Kristenn Einarsson, che presiede il comitato
Freedom to Publish di IPA, ha commentato: «Il sequestro di Gui Minhai, forzato a scendere dal treno su cui viaggiava, rappresenta un nuovo capitolo della triste storia di intimidazione degli editori di Hong Kong.
Questo non è un romanzo di spionaggio. Si tratta dell’abuso dei diritti umani di una persona reale a causa dei libri che ha pubblicato».
L’appello di
IPA si unisce a quello di altre organizzazioni internazionali, a partire dall’
English PEN, e segue al
comunicato ufficiale del
Ministero degli affari esteri svedese che ha espresso la massima preoccupazione per quanto accaduto e ha chiesto l’immediato rilascio di Gui Minai, affinché possa
ricevere l’assistenza consolare e le opportune cure mediche. Pare infatti che le condizioni di salute dell’editore non siano buone e che al momento dell’arresto si stesse recando a una visita medica presso l’ambasciata svedese a Pechino.