Tempo di guai per il Bosco dei Cento Acri. Winnie the Pooh, il famoso orsetto creato da A.A. Milne, è stato recentemente censurato dalla Repubblica popolare cinese, dove non è più possibile cercare il suo nome sui motori di ricerca e nemmeno inviare messaggi che contengano le parole «Little Bear Winnie» (che è il nome con cui è conosciuto in Cina), tanto attraverso le app di instant messaging (come WeChat) quanto sui social network (in particolare Weibo, il principale social cinese). Il motivo? La motivazione ufficiale non è stata rilasciata, ma non è difficile collegare l’azione ai meme, ultimamente piuttosto diffusi, in cui l’orsetto giallo veniva messo a confronto con il presidente Xi Jinping, notando somiglianze nelle pose e nelle espressioni.
Non è la prima volta che Winnie the Pooh viene censurato nella Repubblica popolare: i casi precedenti risalgono al 2013 e al 2014, quando le foto avevano effettivamente cominciato a girare. Ma nel corso dell’ultima settimana la censura è stata sistematica. Quando si cerca di pubblicare un contenuto sui social che contiene parole legate a Pooh, viene automaticamente un messaggio «Comment failed»; quando si cerca su internet, non viene trovato alcuni risultato, e si visualizza il messaggio «Secondo importanti leggi e regolazioni, i risultati per il termine di ricerca non sono mostrati».
La notizia della censura è stata subito ripresa da molte testate e da molti utenti, anche in virtù della celebrità di Winnie the Pooh (che, solo di merchandising, porta alla Disney svariati milioni di dollari ogni anno). Tuttavia, è bene sfruttare l’occasione – solo apparentemente «curiosa» – per ricordare che, mentre la censura di un personaggio (anche se di fantasia) così noto fa notizia, ci sono molti altri messaggi, personaggi e notizie che vengono censurati in Cina quotidianamente. Winnie the Pooh e i suoi amici sono solo gli ultimi di una lunga lista.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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