Dopo un periodo di dibattiti particolarmente accesi, la discussione sull’IVA degli e-book (e dei libri in genere) negli ultimi mesi è via via uscita dai riflettori. Eppure la tassazione sui libri cartacei e digitali rimane centrale per capire l’andamento dell’industria editoriale nel mondo, ed è anche un’ottima cartina tornasole che aiuta a comprendere che tipo di considerazione ha, a livello politico, il settore. Per questo l’annuale ricerca sull’IVA nel settore editoriale (a opera dell’International Publishers Association, in collaborazione con la Federazione degli editori europei), pubblicato pochi giorni fa, è un documento di grande importanza, e permette di fare un interessante confronto tanto a livello geografico quanto temporale, tra quest’anno e quello appena passato. I Paesi che hanno risposto al sondaggio sono 103, in prevalenza europei; gli Stati Uniti non figurano perché ogni Stato applica un regime fiscale individuale.
La situazione nel vecchio continente è piuttosto stabile: solo Grecia, Romania e Russia hanno avuto qualche variazione. In Grecia, nonostante l’innalzamento generale dell’IVA, quella sul libro è stata arrotondata al 6%; in Romania, è scesa in concomitanza con il calo dell’IVA standard; solo in Russia, invece, l’IVA sul libro è stata abbassata (dal 18% standard al 10%) senza che il regime fiscale fosse stato modificato. In nessun caso, comunque, si è andata a toccare l’IVA sui libri digitali: dunque, a parte gli Stati in cui era già equivalente a quella sul libro – una decina, contando anche quelli in cui i prodotti editoriali non hanno un’IVA agevolata – la situazione è rimasta uguale a quella dell’anno scorso.
Diversa la situazione in America Latina, dove Ecuador, Perù e Uruguay hanno portato l’IVA sui libri digitali allo 0%: dei venti Paesi che hanno risposto, così, solo due (Cile e Guatemala) impongono l’IVA sul libro. Tutti gli altri l’hanno azzerata: un segno molto forte dell’impegno nella promozione della lettura da parte di tutti gli Stati latinoamericani.
Nulla da segnalare per quanto riguarda l’Asia (dove solo la Tailandia ha modificato la tassazione sugli e-book, azzerandola); mentre in Africa la situazione rimane sostanzialmente invariata, anche se in molti casi non è possibile fare un confronto con l’anno passato, dato che molti Paesi hanno partecipato al sondaggio per la prima volta quest’anno. Tra i cambiamenti più notevoli segnaliamo quello del Mozambico, che passa dall’IVA al 17% (pari a quella standard) all’azzeramento tanto sui libri cartacei che su quelli digitali.
Infine anche in Canada – dove, come abbiamo già visto, i lettori fanno grande affidamento all’e-commerce – l’IVA sugli e-book è stata azzerata.
L’abbassamento dell’IVA sul libro digitale è senz’altro frutto di una nuova sensibilità economico-politica verso gli e-book, non più visti come «servizi» ma come libri a tutti gli effetti: un cambiamento che dovrebbe aiutare non solo la crescita di quei mercati in cui il libro digitale ancora stenta a partire, ma anche quei lettori che, a causa di una disabilità visiva o di altro tipo, si affidano agli e-book per avere testi accessibili, e ora potranno farlo con più facilità e con una spesa meno ingente.
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Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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