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Mercato

L'editoria si mette in gioco: i libri da colorare per adulti sbarcano nelle fiere del giocattolo

di Camilla Pelizzoli notizia del 17 febbraio 2016

Attenzione, controllare i dati.

I giocattoli entrano sempre più a far parte dell’assortimento delle librerie, soprattutto quando si tratta di giocattoli per bambini; perciò non sorprende che le fiere dedicate a questi prodotti siano diventate appuntamenti in cui è possibile confrontarsi, scoprire nuove tendenze, vendere e acquistare diritti anche per quanto riguarda gli editori, dando il via a una collaborazione tra realtà che sfruttano mezzi diversi per fare la stessa cosa: portare storie ed esperienze ai fruitori.
Occasioni come la New York International Toy Fair, tenutasi tra il 14 e il 16 febbraio, oppure come la Nürnberger Spielwarenmesse®, che ha avuto luogo l’ultima settimana di gennaio, possono così rivelarsi molto proficue anche per le realtà editoriali, in particolare (ovviamente) per quelle che si dedicano alle pubblicazioni per bambini e ragazzi.
La fiera tedesca ha chiuso con numeri molto positivi, con 2851 aziende che hanno presentato i propri prodotti a più di 71 mila visitatori professionali, provenienti da più di 120 paesi. Ernst Kick, AD della fiera, si è espresso molto positivamente: «Anche per noi quali organizzatori si è trattato di una delle migliore fiere di giocattoli, perché c’è stato il giusto equilibrio tra qualità e quantità. Ci rallegriamo già adesso della prosecuzione nel prossimo anno». E la fiera americana non è stata da meno: benché i numeri delle aziende e dei visitatori partecipanti siano più ridotti – in entrambi i casi poco più della metà rispetto alla controparte tedesca – può vantare una storia centenaria (la prima fiera si tenne nel 1903) e uno spazio espositivo incredibilmente ampio, che si estende su 415 mila piedi quadri, ovvero più di 38 mila mq.
Inoltre, quest’anno la fiera statunitense è stata interessante per i professionisti del settore editoriale perché si è data particolare attenzione al fenomeno dei libri da colorare per adulti: tant’è che le aziende presenti hanno dialogato molto con i produttori di giocattoli e merchandising, e che si sta sviluppando un «moto d’avvicinamento» tra realtà consolidate che si occupano da sempre di libri da colorare (ma generalmente solo per bambini) e tra gli «ultimi arrivati» che stanno cercando di ampliare il successo ottenuto coi libri per adulti cercandone di nuovi da pubblicare per tutte le fasce d’età.
Questo rinnovato interesse si è tradotto in un maggior spazio espositivo concesso ai prodotti per colorare, oltre ad aver dato avvio alla ricerca di materiali simili con cui cavalcare l’onda di questo successo. C’è chi punta su libri dedicati ai disegni dot-to-dot (ovvero «unisci i puntini»), ovviamente in una versione più complessa di quelli disponibili sulla Settimana Enigmistica e simili: l’azienda Thunder Bay, ad esempio, propone pagine con un migliaio di puntini da unire prima di veder comparire l’immagina completa, mentre i tipi di Monkeying Around (che producono albi su questo passatempo dal 2000) hanno avviato una campagna promozionale attraverso cui sfruttare la frenesia collettiva causata dai colouring books. «A molte persone piace colorare i disegni, una volta uniti i puntini, così ora abbiamo cominciato a pubblicizzare anche questa possibilità» commenta David Kalvitis, fondatore dell’azienda.
Quale che sia il futuro di questo tipo di pubblicazioni, alcuni potenziali sviluppi del nostro settore passano da qui e, almeno stando ai dati riportati sia dalla fiera americana che da quella tedesca, i risultati di una collaborazione possono essere più che soddisfacenti tanto per l’industria dei giocattoli quanto per quella editoriale.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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