La capacità di comprensione del linguaggio naturale degli algoritmi (e di conseguenza dei servizi) di Google si è evoluta in modo sostanziale negli ultimi anni. In parte, grazie allo sviluppo dei «vettori di parole», che consentono agli algoritmi di imparare le relazioni che intercorrono, appunto, tra le parole, a partire da esempi di utilizzo effettivo della lingua. Questi modelli fanno capo al word embedding e consentono di mappare semanticamente le frasi costruendo uno spazio vettoriale in cui i vettori (che rappresentano le parole) sono tanto più vicini quanto più le parole occorrono negli stessi contesti linguistici, e quindi sono riconosciute come semanticamente simili, legate da equivalenza, somiglianza o parentela di idee e linguaggio.



A partire dallo sviluppo di questi modelli, qualche giorno fa Google ha lanciato il servizio Talk to Books: un modo nuovo per scoprire libri ed esplorarli, passando per una porta d’accesso «alternativa». Quando interroghiamo il motore di ricerca sulle tracce di un libro da leggere, infatti, lo facciamo nella maggior parte dei casi seguendo delle strade note: alcune volte ci muoviamo nella scia dell’autore, esplorando i titoli che ha pubblicato; altre è un argomento a guidarci, un’epoca storica o un genere; oppure una collana o il marchio della casa editrice. Insomma, nella maggior parte dei casi, procediamo restringendo il campo dei risultati a quelli che possiedono determinate caratteristiche e interroghiamo Google in modo che lo faccia per noi («libri di Arthur Conan Doyle» «manuale di storia moderna» «ultimo libro di Stephen King» «collana libri gialli»: questi potrebbero essere alcuni esempi di query formulate).

Ma al lettore può capitare di andare alla ricerca di uno o più libri guidato da una specifica domanda, e di voler trovare la risposta tra le pagine. In questi casi, a poco servono i tradizionali servizi di search engine. Talk to Books, infatti, non è un motore di ricerca per libri: piuttosto, un tool che offre risposte alle domande degli utenti formulate in linguaggio naturale, attingendo da un corpus di 100 mila volumi. Google afferma che i modelli alla base di questo esperimento sono stati addestrati su un miliardo di coppie di frasi simili a una conversazione, senza regole predefinite che limitino la relazione tra domande e risultati.

Per esempio, digitando «Qual è il personaggio più intelligente di Harry Potter?» Talk to Books restituirà una serie di passaggi di libri, con evidenziate le parole che possono offrire la risposta. Questo è il primo risultato mostrato:

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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