Negli ultimi anni il fascino dei mercati esteri sembra aver colpito gli editori italiani, in particolare quelli di piccole-medie dimensioni, che hanno cercato nuovi spazi «espandendo» la propria identità e andando all’estero col proprio marchio (come ad esempio edizioni e/o, che ha fatto da apripista). In entrambi i casi, però, si tende sempre a pensare a libri di narrativa, a tutto ciò che va sotto l’etichetta «Fiction», mentre sfugge una parte della Varia che è altrettanto vivace e importante: la saggistica.
Proprio in quest’ambito opera Mimesis, casa editrice attiva da quasi trent’anni, che ha anche avviato un intenso e ramificato processo di internazionalizzazione proprio attraverso l’apertura di marchi esteri e la collaborazioni con autori e studiosi del luogo; un’attività intensa che sta dando i suoi frutti e che è solo uno degli ambiti in cui si è evoluta la casa editrice, divenendo a tutti gli effetti un gruppo editoriale. Ne abbiamo parlato con Luca Taddio, direttore editoriale della casa editrice, autore (in particolare di studi in ambito filosofico relativi alla fenomenologia della percezione e alla teoria della conoscenza a cavallo tra estetica e metafisica) e docente di estetica presso l'Università degli Studi di Udine.
Com’è strutturata Mimesis come casa editrice e come gruppo?
La configurazione come gruppo ci caratterizza: sono diversi i marchi editoriali che veicoliamo dedicati prevalentemente alla saggistica. Mimesis compirà trent’anni nel 2017, oggi il solo marchio Mimesis pubblica oltre 300 titoli all’anno e ospita oltre cento collane in diverse discipline.Nasce a fine anni Ottanta come marchioprevalentemente estetico-filosofico e negli anni si sviluppain diversi ambiti delle scienze umane.Il nostro piano editoriale alterna opere, studi e molti testi pubblicati in collaborazione con le maggiori università italiane. Questo rappresenta il nostro approccio metodologico all’editoria: è una comunità aperta, dove gli autori possono trovare spazio per collaborare alla progettazione editoriale, con metodologie di ricerca che variano di collana in collana: alcune utilizzano il sistema dipeer review, altrepossiedono, oltre a una direzione, comitati scientifici nazionali e internazionali.
Siete anche molto attivi sul fronte dell’internazionalizzazione.
Sì, l’obbiettivo è di trasformare Mimesis in un soggetto editoriale europeo. Gli sforzi degli ultimi due anni sono andati prevalentemente in questa direzione: abbiamo creato un marchio autonomo per il mondo anglofono (Mimesis International) distribuito in Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada, uno per il mondo francofono (Édition Mimésis) e, a ottobre-novembre, posso già annunciare che nascerà un marchio per il mondo tedesco (Austria, Svizzera e Germania): Mimesis Verlag.
Come avete sviluppato un progetto così articolato, e quali sono i motivi che vi hanno spinti a farlo?
Abbiamo cominciato a lavorare in Gran Bretagna avviando collaborazioni con diversi docenti, sia a Cambridge sia a Londra, e molti centri di eccellenza comeil SOAS, School of Oriental and African Studies. La stessa cosa è avvenuta in Francia: abbiamo creato collane in collaborazione con docenti che insegnano alla Sorbona, a Lille e in altre università francesi. Lo stesso faremo in Germania. Si sviluppa così un doppio binario di progettazione editoriale: uno in collaborazione con le eccellenze accademiche e uno invece di programmazione editoriale completamente autonoma.
Nonostante i risultati positivi ottenuti dal gruppo, la sfida che la crisi del mercato editoriale ci imponeva di affrontare è stata ed è tuttora quella di cercare di ripensare il ruolo di un editore oggi. È a partire da questo interrogativo che è iniziata la sfida dell’internazionalizzazione e il ripensamento dell’attività dell’editore come soggetto culturale all’interno di un Paese. Lungo questo percorso si colloca la collaborazione con diversi festival e la creazione di un nostro evento a Udine; l’avvio di un’attività dedicata alla progettazione europea, Mimesis-EU, che ci ha portato a partecipare a diversi bandi europei (ed è proprio dalla vittoria di un bando europeo che è nata la recente collana di letteratura europea eLit); la creazione di un settimanale di approfondimento culturale open, «Scenari». In tutto questo il libro rimane al centro del nostro interesse, ma si espande in un discorso più ampio e articolato.
Del gruppo fa parte anche MIM-C, che si occupa di graphic design. Di cosa si tratta?
MIM-C nasce dalla mia storia personale (mi sono diplomato presso una scuola d’arte): quando ho deciso di avviare con Pierre Dalla Vigna la casa editrice, ho aperto anche uno studio grafico con un altro socio, Marco Brollo, grazie a cui a suo tempo abbiamo impostato anche la comunicazione di Mimesis, soprattutto nei suoi aspetti visivi, a partire dai libri fino al sito, passando per il marketing in generale, i social e la newsletter. Ma naturalmente, come studio grafico, lavoriamo con diverse altre aziende.
Avete anche acquisito Meltemi e Jouvence. Perché? Si sono inseriti bene all’interno del gruppo?
Sì, perché erano marchi in armonia col nostro catalogo e con la linea editoriale.Entrambi la ampliano e la completano. Meltemi è nota in particolare a coloro che si occupano di sociologia e antropologia, Jouvence a coloroche si dedicano alla storia. Dato che progettavamo di sviluppare il settore delle scienze umane, abbiamo deciso di farlo integrandoci con realtà già specializzate, piuttosto che configurando autonomamente un progetto. Naturalmente entrambe possiedono una loro programmazione autonoma e indipendente, in conformità alla loro storia e alla loro tradizione editoriale.
Come Mimesis avete un catalogo vario, aperto anche verso argomenti come la fantascienza e i fumetti, spesso poco considerati a livello accademico. Come mai?
Mimesis possiedediverse anime: l’attenzione alla fantascienza è merito di Pierre Dalla Vigna. Allo stesso modo, per esempio, la parte di catalogo legata alla storia delle religioni nasce dai suggerimenti dell’attuale amministratore, Roberto Revello. Si può dire che ognuno sviluppa – a partire dalle proprie competenze e passioni – una parte della progettazione editoriale, con la consapevolezza della necessità di non rimanere solo all’interno del mondo universitario. E forse anche l’ambito accademico è consapevole della sfida e del bisogno di comunicare al proprio esterno.
Sul fronte digitale, come vi muovete? Qual è la vostra opinione a riguardo?
Abbiamo un atteggiamento abbastanza prudente. Ovviamente creiamo versioni e-book dei nostri titoli, ma solo per una parte limitata del catalogo. Sul mercato internazionale, invece, ogni libro ha la sua versione digitale. Questo principalmente per due motivi: primo, in Italia abbiamo una presenza abbastanza diffusa nelle librerie, con cui è fondamentale, per noi, avere un rapporto positivo e di supporto; secondo, all’estero pubblicare un saggio in inglese in e-book significa avere subito accesso al mercato globale.
Voi siete presenti su più mercati e più lingue. Come vi muovete per i diritti?
Se progettiamo un libro per il marchio francese, essendo ogni catalogo autonomo, non è detto che poi lo stesso titolo esca in inglese o in italiano. Abbiamo una politica editoriale per il gruppo, che sviluppa tematiche simili e coerenti, ma per quanto riguarda le singole case editrici che lo compongono la progettazione editoriale è assolutamente indipendente. E non può che essere così, perché sono diversi i cataloghi, le persone coinvolte e, di conseguenza, le idee. Senza contare che ogni Paese affronta diversamente determinati autori e determinati problemi. Rimane però una missione importante per noi far conoscere gli autori italiani all’estero.
C’è qualche autore che vi ha sorpreso per il rendimento sul mercato estero?
Adesso è un po’ presto per dirlo; tra i casi più interessanti segnalerei i libri del filosofo Emanuele Severino, che abbiamo tradotto e pubblicato in lingua inglese. Ci dà anche grande soddisfazione cominciare a uscire con autori francesi in Francia, tra cui Alain Badiou; inoltre usciremo con un inedito di Pier Paolo Pasolini all’inizio del prossimo anno. Per Édition Mimésis abbiamo grandi aspettative.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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