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Editori

Libertà d'espressione: consegnata la petizione #FreeWordsTurkey al governo tedesco

di Camilla Pelizzoli notizia del 27 febbraio 2017

«Free words, free media, free speech are in danger in Turkey». Così comincia l’accorato appello di Can Dündar, giornalista turco ora residente in Germania, che introduce la petizione #FreeWordsTurkey avviata a settembre 2016 dall’associazione degli editori e dei librai tedeschi (Börsenverein des Deutschen Buchhandels), insieme al Pen Centre tedesco e a Report Senza Frontiere, per difendere il diritto di parola e la libertà d’espressione in Turchia: e ora la petizione, e le 111.047 firme che ha raccolto in questi mesi, è stata consegnata al governo tedesco, all’attenzione della cancelliera Angela Merkel e del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker.

La delegazione ha depositato le firme presso la Cancelleria venerdì 24 febbraio, sottolineando la necessità di continuare a impegnarsi per il rilascio dei giornalisti e degli autori che in questo momento sono imprigionati nelle carceri turche. Durante la visita Alexander Skipis, consigliere delegato della Börsenverein, ha affermato: «Siamo arrivato a un punto in cui le azioni concrete devono seguire le parole dette fino a ora dagli enti governativi. Dal lancio della petizione #FreeWordsTurkey, la situazione per gli autori, gli editori e gli artisti culturali e creativi in Turchia è peggiorata; senza dubbio abbiamo persino visto una crescita della terrificante rabbia contro le persone che esprimono qualunque tipo di dissenso. E nel frattempo, gli attori politici rimangono a guardare, perlopiù senza attivarsi. Dunque noi chiediamo ad Angela Merkel e al governo federale tedesco di rimanere risolutamente impegnati nella difesa dei diritti umani e nel non mettere in pericolo – in nessuna circostanza – la libertà di opinione e di non strumentalizzare la libertà di parola rendendola il soggetto di negoziazioni connesse a vari interessi economici, problemi relativi ai rifugiati o basi NATO».

Regula Venske, segretario generale del PEN Centre in Germania e membro del comitato esecutivo di PEN International, ha aggiunto: «L’oppressione continua dei media in Turchia indebolisce non solo la libertà del popolo turco, ma anche la stabilità del Paese e della regione. Sollecitiamo il governo tedesco a mettere pressione sul presidente turco per ritirare o rivedere le misure messe in atto durante lo stato d’emergenza, specialmente quelle che contraddicono gli impegni presi dalla sua nazione nei confronti dei diritti umani internazionali». Primi passi fondamentali per ripristinare libertà e diritti fondamentali e per riportare la Turchia verso la democrazia: «Senza dubbio, libertà d’espressione e libertà di stampa sono elementi essenziali in ogni democrazia aperta».

Che la situazione turca sia ben oltre il legittimo e oltre i limiti democratici è chiaro nell'osservare che dal golpe hanno chiuso 130 media company, di cui 29 case editrici; e l’hanno testimoniato anche i tanti autori e giornalisti che, come Can Dündar, sono in esilio, impossibilitati a tornare in patria per timore di ritorsioni; tra le ultime testimonianze, il dialogo con Pinar Selek e Asli Erdogan di questo gennaio

Nel frattempo, la petizione online continua a raccogliere firme, e a oggi ha ben superato il numero di quelle stampate e portate alla Cancelleria tedesca: sono infatti 129.961 nel momento in cui pubblichiamo questo articolo, e continuano ad aumentare. Segno che la negazione di un diritto fondamentale come quello d’espressione preoccupa anche l’opinione pubblica, e che sono molti ad augurarsi un cambiamento nelle politiche del governo turco: sono firme, come scrive la Börsenverein in calce al testo della petizione, «per la parola e per la libertà».


Nella foto, da sinistra a destra: Can Dündar (giornalista turco in esilio in Germania), Michael Rediske (Reporter Senza Frontiere), Steffen Seibert (portavoce governativo), Alexander Skipis (Börsenverein des Deutschen Buchhandels), Regula Venske (PEN Center Germany). Foto di: Christian Thiel

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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