
Lascia attoniti la notizia che la graphic novel vincitrice del premio Pulitzer
Maus sia stata
bandita dalle librerie russe a causa di una legge che vieta la propaganda nazista.
Il libro di Art Spiegelman presenta infatti
in copertina il simbolo della svastica e le principali librerie di Mosca hanno ritenuto poco adatta la presenza di questo titolo sui propri scaffali a pochi giorni dal
settantesimo anniversario della vittoria alleata durante la seconda Guerra mondiale, il prossimo 7 maggio.
«Questa censura è assurda – ha commentato Spiegelman al
«Guardian» - dato che si tratta di un libro sulla memoria. Non vogliamo regimi culturali che cancellino la storia».
Maus, che ha vinto il prestigioso premio Pulitzer nel 1992 ed è stato pubblicato in Russia nel 2013, è un romanzo a fumetti che
ripercorre le vicende dell’Olocausto attraverso i ricordi di un ebreo polacco trasferitosi dopo la guerra negli Stati Uniti. Niente a che fare con l’apologia del nazismo, insomma, anche se la censura del volume sembra ascrivibile al un recente giro di vite da parte delle autorità russe nei confronti dei movimenti neo nazisti. Nel mese di dicembre, è stata infatti
approvata una legge che vieta la «propaganda nazista» e da allora nel mirino sono finiti memorabilia, giocattoli e opere che potessero in qualche modo fomentare l’ideologia.
Il tema, dietro a questa vicenda, resta quello della
libertà di espressione. Fra l’altro la graphic novel di Spiegelman non è nuova a queste vicende: la svastica causò non pochi problemi all’editore tedesco che dovette dimostrare al Ministero della Cultura la qualità e la serietà dell’opera per avere il permesso di pubblicare il simbolo in copertina. L’opera poi fu un successo anche in Germania, ma da allora Spiegelman ha inserito
una clausola nei contratti editoriali con editori stranieri che prevede che la copertina non venga modificata rispetto all’originale.