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Internazionalizzazione

Superare i propri confini: il ruolo dei contributi alle traduzioni

di Camilla Pelizzoli notizia del 29 marzo 2017

I titoli in traduzione rappresentano, non solo per l’Italia ma anche per molti altri Stati del mondo, una buona fetta della produzione libraria; e allo stesso tempo, una via imprescindibile per far conoscere il proprio Paese al di fuori dei confini nazionali. Per questo la presentazione della settima edizione di Premi e incentivi alle traduzioni (aggiornata a marzo 2017, con 40 Paesi monitorati e quasi 50 istituzioni), che avverrà durante Tempo di libri. Fiera dell’editoria italiana, è l’occasione per una riflessione sul ruolo della traduzione nei processi di internazionalizzazione dei contenuti editoriali. 

Premi e incentivi alle traduzioni è uno strumento pensato per i traduttori e per gli editori, specialmente per quelli piccoli che hanno intenzione di avvicinare culture, opere e autori poco (o nulla) presenti nella più vasta offerta editoriale italiana; ma che, proprio per questo, hanno bisogno di trovare un sostegno economico per la traduzione.

Oltre dieci anni fa, gli Stati nell’Unione europea e i relativi ministeri della cultura che erogavano contributi erano di numero assai più ridotto rispetto ad oggi. Nel tempo l’UE si è allargata, arrivando a comprendere 28 Paesi la cui lingua, spesso ristretta alla comunità nazionale, risulta minoritaria e quindi porta a una circolazione forzatamente ridotta delle varie letterature nazionali.

Da questo punto di vista, i Programmi Cultura 2000 e successivi hanno avuto un’enorme importanza, fornendo un modello e incrementando lo scambio di diritti, supportando gli sforzi per la diffusione delle voci di ogni Paese attraverso quella dei loro scrittori, poeti, saggisti, autori per ragazzi.
E i risultati si vedono! Tant’è che, per fare un esempio, le case editrici italiane che hanno capito prima la potenzialità di questi strumenti si sono costruite su questa base un catalogo e restano forse l’esempio di maggiore coerenza. E sempre più spesso si trova nei risvolti di copertina o nella pagina dei crediti di molti editori l’indicazione: «Questo volume esce con il contributo...».

Rispetto ai precedenti aggiornamenti si conferma la presenza crescente di altri Stati extraeuropei che offrono contributi: dall’area dell’estremo Oriente al Sud America, le opportunità ormai arrivano da tutto il mondo.

E l’Italia? Resta la maggior complessità burocratica e il nodo delle risorse. E l’internazionalizzazione, almeno per gli editori italiani, passa oggi sempre più anche attraverso altri strumenti: tanto più che il valore del nostro export (diritti + libri italiani venduti all’estero) non supera il 5% del nostro fatturato complessivo, una percentuale bassa rispetto ai valori a due cifre dei nostri Paesi competitori. Il valore, ad esempio, passa più attraverso le coedizioni (oltre un migliaio quelle con editori stranieri nel 2016: il 58% di libri per bambini e ragazzi), o mediante la realizzazione di software di processo.


Quello che emerge, soprattutto, è che nessuna editoria europea o mondiale può permettersi di soddisfare il proprio mercato in assenza di un reciproco interscambio di titoli e di autori. Un migliore flusso di traduzioni alimenta una maggiore e migliore reciproca conoscenza e un processo di  armonizzazione culturale.  Ma, come dicevamo, la traduzioni costituisce  uno dei costi maggiori alla pubblicazione del libro e una buona traduzione anche al suo successo. Cosa possiamo imparare, dunque, da alcune delle buone pratiche adottate dai Paesi stranieri per sostenere e favorire questi processi? E di quali valori stiamo parlando? Ne parleranno a Tempo di libri, presentando Premi e incentivi alle traduzioni, Giovanni Peresson (AIE), Marina Pugliano (traduttrice) e altri ospiti, sabato 22 aprile alle ore 11.30 in sala Bodoni (pad. 2). L’incontro, che si chiamerà Il libro italiano all’estero, il libro straniero in Italia. Buone partiche che favoriscono buone traduzioni, sarà anche l’occasione per discutere di alcune proposte avanzate da questo importante categoria professionale per favorire i meccanismi  e le competenze professionali legate alla traduzione, e s’inserisce nella tematica dei traduttori e delle traduzioni che viene affrontata anche dagli incontri Uniti e travolti dallo stresso libro. Traduttore e revisore editoriale: un rapporto possibile e necessario e Traduttori nelle nuvole. La traduzione di fumetti e graphic novel.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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