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Innovazione

Scorri, scrolla, digita. App per una lettura creativa

di Camilla Pelizzoli notizia del 7 dicembre 2016

Sempre più spesso la lettura passa attraverso canali che esulano dal libro (cartaceo o digitale) tradizionalmente inteso. La copertina, le pagine che scorrono, la conclusione, si espandono e vanno ad abbracciare mezzi diversi, su device diversi: le storie si allargano. In particolare, le storie rivolte a bambini e ragazzi riescono sempre più spesso a integrare questa transmedialità , sviluppando veri e propri universi mediatici. Non sorprende quindi che l’editoria guardi con sempre più interesse al mondo delle app e dei tablet, e che sia proprio l’editoria per l’infanzia ad avvicinarsi di più alle possibilità che offrono: non solo in logica di promozione dei propri prodotti, ma anche di promozione della lettura – anche se di tipo diverso rispetto a quella tradizionalmente intesa – in generale.  

Ma come cambia il lavoro di chi passa da progettare un prodotto cartaceo a una app? Come cambia il mestiere del creativo e dell’illustratore? Se n’è parlato durante Scorri, scrolla, digita. App per una lettura creativa.

Attraverso le parole di Silvia Borando (Minibombo)Lorenzo De Tomasi (designer)Kerstin Kempf (Mixtvision Verlag) e Wolfgang Schmitz (Ahoiii) sono state confrontate le esperienze internazionali delle innovazioni e potenzialità nei prodotti digitali per bambini.

Il punto che unisce tutti è quello di passare da un’immagine, da un testo, a un’attività: il concetto base, dunque, è quello di fornire un contenuto che, richiamando l’attenzione del bambino, non metta al centro di tutto il protagonista e la sua storia, ma il piccolo lettore e l’attività che svolge.
Un processo che si integra all’editoria tradizionale: dall’app Fiete di Wolfgang Schmitz, che è stata poi trasposta in sette libri, alle storie di Facce e dell’app Facciamo, nata da un’idea di Antonella Abbatiello e sviluppata poi da Lorenzo De Tomasi, ai giochi progettati dalle diverse realtà (editoriale e di produzione) di Mixtvision Verlag, il concetto fondamentale è quello della transmedialità e della transmodalità. Anche perché l’universo delle app dà una nuova modalità per sperimentare linguaggi visivi e narrazione. Autori e editori si confrontano nella definizione di grammatiche innovative, che vanno a creare dei format indipendenti dai formati.

La progettazione di questi titoli e/o giochi ovviamente richiede professionalità nuove e collaborazioni con ambiti che ancora l’editoria frequenta poco; ma le sinergie finora create (com’è capitato tra De Tomasi e la casa editrice Topipittori) sono un esempio di come queste novità potrebbero presto prendere forma.

Perché i bambini, non del futuro ma già di oggi, stanno imparando a leggere anche attraverso le app: e quindi a creare un catalogo di applicazioni (che poi si interfacciano a libri, giochi, e progetti multimediali, proprio in ottica – appunto – transmediale) è necessario per fornire ai genitori gli strumenti adatti per i propri figli.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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