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Editori

Harlequin: al via una linea di vini dedicata ai romanzi rosa

di Antonio Lolli notizia del 29 settembre 2015

Quando l’editoria incontra il vino. La casa editrice Harlequin, specializzata in women’s fiction, ha annunciato pochi giorni fa il lancio di Vintages by Harlequin™, una linea di tre vini accuratamente selezionati per accompagnare e rendere ancora più appassionante la propria esperienza di lettura. Ogni qualità di vino infatti ha il nome che rimanda al titolo di un classico romanzo rosa: Wild at Heart è un vino rosso intenso, Substitute for Love uno chardonnay e Pardon My Body un cabernet sauvignon.
La linea è stata realizzata grazie alla collaborazione con Vintage Wine Estates, un piccolo gruppo di produttori della costa settentrionale della California, i cui prodotti sono venduti in ristoranti e negozi di tutto il mondo.
I vini della collezione Vintages by Harlequin hanno un prezzo di 14,95 dollari l’uno e per il momento sono disponibili esclusivamente on line su Amazon.com e solo per i clienti degli Stati Uniti.        

Harlequin è una delle case editrici più importanti al mondo per quanto riguarda la narrativa rosa, con titoli tradotti in 34 lingue e venduti in 102 mercati internazionali. Da maggio dell’anno scorso è stata acquistata da News Corp, il colosso di Rupert Murdoch ed è diventata così parte di Harper Collins Publishers.
Dietro a Vintages by Harlequin si intravede comunque un diverso e innovativo modo di guardare al prodotto e alla sua comunicazione. 

           

In Italia non si è ancora assistito a progetti di questo tipo, ma di certo le case editrici stanno ampliando sempre di più i propri orizzonti, in cerca di nuove possibilità di business. E questo riguarda non solo la ricerca di nuove linee editoriali, come il caso di Slow Food che si sta aprendo alla narrativa, ma anche lo sviluppo di prodotti e servizi che vanno a intercettare nuove esigenze dei propri lettori, come corsi di lingue, eventi e viaggi appositamente studiati per i propri lettori. È curioso, però, che in un Paese come il nostro in cui il vino rappresenta una delle eccellenze riconosciute internazionalmente, nessun editore abbia ancora pensato a un progetto analogo. Forse perché abbiamo troppo rispetto per una buona bottiglia di vino made in Italy? O forse perché riteniamo queste cose la solita americanata?

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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