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Fascicoli

Dicembre 2019

rivista: Giornale della Libreria

C’è molta Italia in Europa. C’è molta Europa in Italia. Cresce, nel nostro Paese, la consapevolezza della dimensione internazionale del fare editoria oggi, del decidere di aprire una nuova casa editriceo di espanderne il progetto editoriale proiettandosi fin da subito su dimensioni globali. Una consapevolezza già oggi tangibile, che costituirà una delle vie maestre dello sviluppo e dell’innovazione nei prossimi decenni. Più libri più liberi è da tempo uno degli snodi privilegiati per osservare questo processo, e lo è in particolar misura nell’anno in cui compie la sua maggiore età. Lo è perché queste trasformazioni si colgono forse meglio nelle fiere e nei saloni per il «grande pubblico», piuttosto che in quelle vocativamente dedicate alla vendita dei diritti.

Ottobre 2019

rivista: Giornale della Libreria

La «lettura» rappresenterà la sfida centrale per l’industria editoriale nei prossimi decenni. Lo sarà, proprio come lo è stata all’inizio della storia dell’Associazione – di cui è stata celebrata la nascita nel settembre scorso, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – e della trasformazione industriale del settore. Analfabetismo, prevalenza di parlate dialettali sull’«italiano standard», bassi indici di scolarizzazione, l’assenza in sostanza delle competenze di lettura che ostacolava, 150 anni fa, quando Roma non era ancora la capitale del Paese, la nascita di un mercato linguistico nazionale e, quindi, lo sviluppo di un moderno mercato editoriale.150 anni dopo – in un contesto completamente mutato – il tema si ripropone. Si pone al sistema delle imprese editoriali e alla filiera produttiva e distributiva, e si pone al Paese, perché «lettura» e «capitale umano» sono strettamente intrecciati.

Maggio 2019

rivista: Giornale della Libreria

L’ecosistema editoriale è cambiato in questi primi vent’anni del XXI secolo come mai aveva fatto in tutto il Novecento. E cambierà ancora, forse ancor più rapidamente: intelligenza artificiale e big data sono solo due delle nuove frontiere che ci attendono. Alle vecchie skill del «mestiere» ne sono subentrate di nuove. O vi si sono affiancate, aggiornandole dall’interno. Al centro c’è tutto quello che chiamiamo «professione». Ce ne accorgiamo tutti gli anni quando, come AIE, con l’Università degli studi di Milano e la Fondazione Mondadori progettiamo la successiva edizione del Master in editoria. Una «professione editore» che, nel frattempo, si muove in un mercato settoriale di circa 300 milioni di euro più piccolo rispetto a quello di dieci anni fa. E con meno lettori, almeno quelli intesi nel senso più tradizionale.

Gennaio 2019

rivista: Giornale della Libreria

Quale significato e quale valore assume un’occasione celebrativa – i 150 anni dalla costituzione – per una associazione imprenditoriale di categoria? Festeggiare 150 anni – quelli che compie in questo 2019 l'Associazione Italiana Editori – significa guardare all’oggi avendo come punto di partenza una storia che comincia nel 1869. Significa tornare con la mente all'anno che precede la breccia di Porta Pia, agli anni successivi alla conclusione della Terza guerra di indipendenza. Significa tornare agli anni della creazione di una nazione e di un suo mercato. Un processo al quale gli editori parteciparono prima individualmente, poi attraverso la costituzione di una vera e propria associazione che tra gli obiettivi, sia espliciti che impliciti, contava quello di prender parte alla creazione di un Paese moderno, capace di ridurre le distanze che allora ci separavano da Inghilterra, Francia, Germania. La storia dell'Associazione è la storia di un comparto industriale – oggi diremmo di un ecosistema produttivo, distributivo e di lettura – capace di contribuire al più generale rinnovamento «materiale» e «morale» della nazione.

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